Madonna della Consolazione del Perugino, cosa si nasconde dietro la commissione della straordinaria opera del pittore italiano.

La Madonna della Consolazione è una delle opere più rappresentative del Perugino. Attualmente è conservata presso la Galleria Nazionale dell’Umbria. Uno degli aspetti più importanti del dipinto vede proprio una perfetta simmetria dei protagonisti. Al centro della scena si staglia la Madonna col Bambino che guarda dritta negli occhi dello spettatore.
Al suo fianco, l’autore ha scelto di rappresentare due angeli che vegliano sulla Vergine – in posizione di adorazione. A primo impatto, ciò che l’opera regala è un forte senso di pacatezza e serenità dettato dall’enorme capacità del maestro di creare armonia di colori e di equilibrio dei personaggi.
Perugino, un breve accenno della storia del pittore italiano

Meno conosciuto con il nome di Pietro Vannucci, il Perugino è stato uno dei massimo esponenti dell’Umanesimo italiano. Ebbe la possibilità di formarsi nelle più grandi città dell’epoca come Firenze e Roma. Le sue opere sono riconoscibilissime non solo per l’armonia dei colori, la percezione di serenità data dal paesaggio e dalla forte simmetria.
Tutto il suo percorso artistico è caratterizzato (in prevalenza) dalla realizzazione di figure femminili. Mi riferisco, in particolar modo, alla Vergine Maria. Spesso il personaggio è inserito in paesaggi eterei – caratterizzati dalla prevalenza del blu – e in straordinarie architetture dell’epoca.
Madonna della Consolazione, un capolavoro dell’arte italiana

Ritornando alla Madonna della Consolazione, l’opera ha alle spalle una storia molto intricata. Venne commissionata del 1496 dai Disciplinati di Santa Maria Novella per essere inserita all’interno dell’altare dell’oratorio come decorazione dello stesso. Per concludere il dipinto, il maestro di Perugia impiegò all’incirca due anni.
Al momento della consegna della pala d’altare, l’ordine dei Disciplinati non disponeva dei fondi necessari per poter ricompensare l’autore che decise, a sua volta, di rifiutarsi di affidare l’opera. Allora il Perugino era già un pittore rinomato e conosciuto e proprio per questo le sue opere avevano un grande valore (non solo economico).
La storia di questo incredibile dipinto ha un lieto fine. Il motivo? Il Comune di Perugia decide di far fronte alle spese, consentendo non solo al Perugino di consegnare l’opera, ma offrendo anche tutti i contributi necessari alla costruzione di una cappella che l’avrebbe ospitata nel corso del tempo.