Durante l’Udienza il Santo Padre si è rivolto ai referenti diocesani del Cammino sinodale con delle indicazioni ben precise.

Giovedì 25 maggio presso l’Aaula Paolo VI si è svolta l’Udienza di Papa Francesco per l’Incontro nazionale dei referenti diocesani del Cammino sinodale italiano.
Durante l’inocntro, preceduto da una celebrazione eucaristica in San Pietro presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, il Pontefice ha fatto un chiaro discorso elencando alcune specifiche consegne che ha voluto affidare ai partecipanti.
L’Udienza entra nel vivo del processo sinodale che riguarda la Chiesa intera comprese le Chiese locali che si sono poste in un atteggiamento di ascolto dello Spirito e di confronto delle varie espressioni delle comunità.
Il Papa ha esortato a continuare con determinazione e coraggio nel tentativo di valorizzare il potenziale che è presente all’interno delle parrocchie.
Le prime due consegne: “continuare a camminare” e ” fare Chiesa insieme”
Sono state chiare e dirette le parole che riguardano la prima consegna: “siete invitati a non fermarvi. La vita cristiana è un cammino. Continuate a camminare, lasciandovi guidare dallo Spirito”.

Papa Franscesco ha voluto sottolineare come a guidare il percorso sinodale sia sempre lo Spirito Santo che nonostante le situazioni di disordine porta l’armonia.
Con uno stile di gratuità e di cura alla base “rimanendo radicato in ciò che è essenziale” si deve annunciare il Vangelo.
Mette in evidenza come una Chiesa che venga appesantita dal formalismo e da strutture burocratiche fa fatica ad andare avanti e camminare nella storia e non può tenere il passo allo Spirito.
La seconda consegna è il “Fate Chiesa insieme“. La relazione con gli altri e con i diversi carismi presenti è sostanziale per “partecipare attivamente alla missione e alla vita della Chiesa”.
Le altre consegne: “essere una Chiesa aperta” e ” inquieta”
Fare spazio e ascoltare le voci di quanti come “le voci dei giovani, delle donne, dei poveri, di coloro che sono delusi, di chi nella vita è stato ferito” per il Pontefice è formare una Chiesa aperta: la terza consegna che ha voluto dare.
Tutto l’opposto di chiudersi in una Chiesa per pochi e una messa in guardia dall’autoreferenzialità. Il timore espresso dal Pontefice è che si instauri quello che ha definito “neoclericalismo di difesa” che tende a voler far sentire la sua influenza.
Infine ha posto l’attenzione sulla paura che può essere un grande nemico anche per questo cammino e ha affidato la quarta consegna.
” Essere una Chiesa “inquieta” nelle inquietudini del nostro tempo. Siamo chiamati a raccogliere le inquietudini della storia e a lasciarcene interrogare, a portarle davanti a Dio, a immergerle nella Pasqua di Cristo”, ha affermato.

L’obiettivo è porsi in ascolto di un’umanità ferita che al tempo stesso è fortemente bisognosa di redenzione. Uscire dai pregiudizi e andare ad annunciare a tutti la gioia del Vangelo. Questa la missione che deve orientare ogni azione.