Il sangue di San Gennaro: la storia e il miracolo attraverso i secoli

Oggetto di venerazione da tempi remoti, è possibile ricostruire la storia del ripetersi del miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro.

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Il sangue di San Gennaro (Foto da Instagram- riscossacristiana.it)

Si ripete per tre volte nel corso dell’anno: il sangue di San Gennaro, reliquia custodita nell’Altare Maggiore della cappella del Tesoro di San Gennaro nel Duomo di Napoli si scioglie liquefacendosi per poi tornare a coagularsi successivamente.

Il miracolo avviene in tre date ben precise: il 19 settembre, giorno della memoria liturgica del Santo, che ricorda lo stesso giorno dell’anno 305 quando fu martirizzato per decapitazione.

Accade poi il 16 dicembre, giorno in cui nel 1631 avvenne una disastrosa eruzione del Vesuvio. A seguito di preghiere al Santo ci fu anche la liquefazione del sangue che segnò contemporaneamente l’immediata fine dell’evento catastrofico. Questo impededì di fatto la devastazione dell’intera città di Napoli.

Il prodigio si ripete per la terza volta il sabato che precede la prima domenica del mese di maggio quando nel XV secolo i resti del Santo furono traslati  alle catacombe di Capodimonte.

La storia della reliquia nel corso del tempo

La storia della conservazione del sangue di San Gennaro, che era vescovo di Benevento, parte quando alla sua morte una donna di nome Eusebia lo raccolse. Lo conservò in un apposito balsamario di vetro sigillato con un tappo di stoppa, come era uso a quell’epoca.

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Raffigurazione di San Gennaro (Foto da Instagram – riscossacristiana.it)

Dopo che il corpo del Santo fu sepolto in un primo momento nell’agro Marciano, si ha certezza che nel 431 fu esumato e traslato nelle catacombe napoletane, che da allora presero il suo nome.

Si sa che in un periodo tra l’813 e l’831 i Longobardi lo trafugarono come bottino di guerra. I Normanni  poi rubarono la reliquia e la portarono a Montevergine.

Lì rimase fino al maggio del 1497, data in cui il Cardinale Alessandro Carafa lo fece riportare a Napoli. È terza data in cui avviene il miracolo.

Dove era conservato il sangue e le prime notizie sul miracolo

Si conoscono in modo abbastanza certo gli spostamenti del corpo e quindi le ossa del Santo attraverso i secoli, ma anche per quanto riguarda il sangue ci sono delle notizie certe.

La prima data documentata risale al 1389 ed è riportata dal Chronicon Siculum che attesta l’esposizione pubblica dell’ampolla che lo contiene e della processione che ci fu il 17 agosto di quell’anno.

Il testo riporta che “il sangue del beato Gennaro conservato in un’ampolla era liquefatto come se quel giorno fosse uscito dal corpo del beato Gennaro”.

Precisamente il sangue è contenuto in due ampolle. Entrambe sono inserite dentro una piccola teca di forma rotonda.

Attorno c’è una cornice in argento e un manico con cui essere maneggiata. Una delle due è riempita per tre quarti e e l’altra è pressoché vuota.

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Busto di San Gennaro (Foto da Instagram – riscossacristiana.it)

Lo scorso 6 maggio si è ripetuto il prodigioso evento per la prima volta nell’anno in corso e a questo è seguita, come è consuetudine, la processione dei fedeli che si snoda dal Duomo fino alla Basilica di Santa Chiara.