Cappella Sistina, la potenza del Giudizio Universale: il capolavoro di Michelangelo

Cappella Sistina, la potenza del Giudizio Universale: il capolavoro di Michelangelo. Tutti i dettagli dell’opera. 

Giudizio Universale, il capolavoro di Michelangelo
Giudizio Universale (Foto da Instagram – riscossacristiana.it)

Senza alcun dubbio il Giudizio Universale di Michelangelo è uno dei capolavori di più straordinari al mondo: si trova all’interno della cappella Sistina dei Musei Vaticani. Il grande maestro fu incaricato direttamente da Papa Giulio II inizi del 1508 e si necessitò di quattro anni di lavoro per portare a compimento l’opera.

Michelangelo, infatti, dipinse all’incirca 300 differenti figure ricoprendo non solo l’intera parete della cappella Sistina, ma anche tutto l’altare. Cosa vuole rappresentare? L’iconografia è quella del giudizio universale che è descritto all’interno dell’Apocalisse. Viene rappresentato l’avvento di Cristo e la fine di tutta l’umanità suddivisa tra beati e dannati.

Giudizio Universale, tesoro artistico del Vaticano

Giudizio Universale, il capolavoro di Michelangelo
Giudizio Universale (Foto da Instagram – riscossacristiana.it)

Come si accennava in precedenza, Michelangelo lavorò all’opera per oltre quattro anni e scelse di inserire al centro del dipinto il Cristo che circondato a sua volta da angeli e apostoli. Una presenza potente che vede la sua maestosità nel braccio destro alzato verso il cielo: nell’atto di condannare i dannati e di innalzare i beati.

Sono state rappresentate circa 300 figure differenti: il grande maestro ha scelto di dipingere figure di nudi sia maschili che femminili. Queste vogliono rappresentare gran parte delle emozioni umane davanti alla finire dell’umanità. Michelangelo si servì della tecnica del chiaroscuro per poter conferire ulteriore pathos.

I particolari dell’opera

Giudizio Universale, Michelangelo
I particolari dell’opera (Foto da Instagram – riscossacristiana.it)

Il pittore ha optato per una disposizione su più piani di tutte le figure rappresentate: così facendo l’opera ha acquisito dinamicità e tridimensionalità. Come si diceva, scegliere il chiaroscuro rende non solo per quanto riguarda il contrasto tra luce e ombra, ma serve proprio per dare maggior volume e maggiore profondità a tutte le figure rappresentate.

Nonostante l’immensa mole di lavoro, il dipinto di Michelangelo ha suscitato reazioni contrastanti. L’opinione pubblica è scissa in due fazioni: studiosi sostengono che i nudi sono provocatori e indecenti, in adatti al contesto della chiesa. Altri esperti, invece, ne lodano non solo la maestosità, ma anche la cura e la dovizia di particolari espressi.