In uscita le memorie postume di Joaquin Navarro-Valls per anni portavoce del Santo Pontefice: rivelano molti aspetti del suo profilo umano.
È stato per più di vent’anni il direttore della Sala Stampa vaticana sotto il pontificato di San Giovanni Paolo II. Joaquin Navarro – Valls, giornalista spagnolo, ma anche medico psichiatra, numerario dell’Opus Dei, è scomparso nel 2017.

Esce in questi giorni con il titolo “I miei anni con Giovanni Paolo II”, edito da Mondadori, la raccolta dei suoi appunti personali scritti durante gli anni al servizio della Santa Sede.
Quest’anno ricorre il 45° anniversario dall’elezione del Papa polacco al Soglio di Pietro ed è interessante che la publiccazione di queste memorie avviene proprio adesso.
Si tratta di scritti in forma di diario che per volere dell’autore dovevano essere pubblicate dopo la sua morte. Questo libro di certo arricchisce la conoscenza della figura del Santo Pontefice che occupa sempre un posto di primo piano nel cuore dei fedeli.
Dal suo ruolo di stretta vicinanza al Papa che ha affermato di aver amato come un padre, e attraverso le sue acute osservazioni da esperto conoscitore dell’animo umano arrivano al lettore informazioni di prima mano per un approfondimento del profilo umano di colui che è stato riconosciuto “Santo subito”.
Il privilegio di essere al suo servizio
Narra episodi che riguardano la vita quotidiana di Karol Wojtyla, le sue abitudini e i particolari che solo chi ha avuto un legame forte e una consuetudine affettuosa con lui poteva conoscere.

In Navarro-Valls il Papa riponeva una grande fiducia che lo ha portato ad essere nel novero dei suoi più stretti e fidati collaboratori e quindi a frequentarlo non solo per quel che concerne gli incontri di lavoro ma anche nei periodi di vacanza trascorsi in montagna.
E il portavoce racconta tutto questo, si sofferma sui periodi di riposo in Trentino e in Val d’Aosta, sul fatto di sentire su di sé il privilegio di un ruolo così importante.
Ma il tema che sottostà a tutto il susseguirsi di racconti è la santità del Pontefice che si avvertiva come un’evidenza.
Mette in evidenza che in ogni situazione, ogni decisione, ogni evento o incontro personale e pubblico, il Santo Padre affidava tutto al Signore e a sua Madre con totale abbandono fiducioso.
Certezza della santità: la commovente sensazione del portavoce
Si sofferma poi a raccontare le ultime ore di vita del Pontefice, prima di tornare alla Casa del Padre il 2 aprile del 2005.
Nella stanza con lui erano presenti due medici, Buzzonetti e Polisca, due infermieri, le tre suore a servizio nell’appartamento, l’allora segretario personale Stanislao Dziwisz e Wanda Poltawska, la cara amica di Giovanni Paolo II, che lui solitamente chiamava con l’appellativo “dusia”, sorella.
Riporta che il giorno prima le sue parole erano state “Benedico la Chiesa, benedico la mia diocesi di Roma. Benedico tutto il mondo, senza escludere nessuno”.

Quando dopo la sua morte Navarro-Valls entrò nella stanza la commozione è stata così forte che come afferma “Non ho potuto recitare nessuna preghiera in suffragio per la sua anima. Ho la sicurezza assoluta che sta già godendo di Dio”.