Il monastero polacco: una porta aperta all’accoglienza verso i rifugiati di guerra

Monastero che ospita: un luogo di incontro per andare a ridare dignità agli innocenti vittime di una guerra di cui non hanno colpa.

Suora di clausura
Suora di clausura (pixaby)riscossacristiana.it

A Przemyśl, in Polonia, è situato un monastero che ha deciso di aprire gli occhi e le porte del loro Monastero per l’accoglienza verso i poveri rifugiati di guerra. La cittadina dista solo 12 kilometri dal confine con l’Ucraina e non ha potuto coprirsi le orecchie al sordo dolore.

È incoraggiante sentire che un luogo di clausura apre le porte verso l’esterno. Tradizionalmente, i monasteri sono stati luoghi di rifugio e contemplazione, ma molti di essi stanno adattando la propria missione per rispondere alle esigenze attuali della società.

Aprire le porte e il cuore all’accoglienza significa offrire ospitalità e accoglienza a coloro che cercano un rifugio, una pausa spirituale o un luogo di silenzio e riflessione. Questa iniziativa può essere estesa a pellegrini, viaggiatori, persone in cerca di tranquillità o anche a coloro che desiderano avvicinarsi alla spiritualità e al benessere interiore.

Monastero si apre al mondo, l’alterità si esprime dando l’aiuto a chi ne ha bisogno

Accoglienza
Accoglienza (pixaby)riscossacristiana.it

Nel monastero Przemyśl dimorano da secoli le Ancelle dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria di Stary Wieś. Suore contemplative che hanno assicurato il loro cuore e la loro innocenza al Cristo Signore. Una vocazione molto rigorosa che le allontana dal mondo.

Nella terra dell’amatissimo papa Woytila tutto veniva scandito perfettamente secondo le severe norme dell’ordine: lavoro, preghiera. Allo scoppio della guerra invece hanno avuto una stretta al cuore alle suppliche di chi scappava lontano e cercava rifugio.

Proprio suor Ewa Mehal parla raccontando la loro decisone di aprire le porte del loro luogo sacro:

 “Nel primo giorno di guerra abbiamo cominciato a donare panini, bigos (crauti con la carne) e bevande calde alla frontiera, alla stazione ferroviaria e al centro per i rifugiati. Molte persone portavano cibo per loro, ma ci siamo rese conto che queste persone dormivano in stazione.”

Quindi la decisione di uscire dalle mura che le tiene protette per immettersi nel peccato del mondo con un atto orribile: il conflitto tra i due stati dell’Est:

L’orrore della guerra (pixaby)riscossacristiana.it

Ci siamo preoccupate soprattutto di assicurare un pernottamento alle mamme con bambini piccoli, alle persone anziane e ai disabili. Andavamo alla stazione ferroviaria, dove erano accampati i rifugiati in attesa dei treni e proponevamo loro il pernottamento da noi. Con la nostra macchina, li portavamo nella nostra casa”.

Donarsi è anche questo, le regole si adattano alla vita corrente.