A conclusione del Regina Coeli del giorno di Pentecoste il Pontefice ricorda Alessandro Manzoni con un sentito omaggio.
Papa Francesco, ieri, 28 maggio, domenica di Pentecoste, ha voluto citare lo scrittore e poeta ottocentesco, quando al termine del consueto Regina Coeli dalla finestra del Palazzo Apostolico ha rivolto parole di omaggio.

Proprio lo scorso lunediì 22 maggio ricorreva l’anniversario dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni ed è singolare che il ricordo del Papa sia avvenuto nel giorno in cui si celebra la Pentecoste, ovvero la discesa dello Spirito Paraclito sugli apostoli.
Questo giorno infatti era molto caro allo scrittore lombardo che gli aveva dedicato il più prezioso degli Inni Sacri.
Che Papa Francesco sia un grande estimatore di Alessandro Manzoni è cosa nota. Nel 2013 durante un’intervista al direttore della Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro aveva affermato di apprezzare molto questo scrittore e di aver letto già tre volte i Promessi Sposi, mentre si apprestava a farlo nuovamente.
Reminiscenze di bambino per il Santo Padre, quando sua nonna gli leggeva l’incipit del libro, che lui aveva imparato a memoria.
Manzoni “cantore delle vittime e degli ultimi”
Dopo aver recitato la preghiera a Maria il Papa ha ricordato l’anniversario della morte del poeta e ha affermato che “Egli attraverso le sue opere è stato cantore delle vittime e degli ultimi”, che sono sempre sotto la mano protettrice della Provvidenza Divina” e “sono sostenuti anche dalla vicinanza dei pastori fedeli della Chiesa presenti nelle pagine del capolavoro manzoniano”.

La Provvidenza divina, ciò su cui Manzoni si è soffermato numerose volte nelle sue opere, la provvidenza di “Quel Dio che atterra e suscita,che affanna e che consola” come recita la celebre poesia Cinque Maggio.
Autore che che ha fortemente segnato la cultura con il suo afflato cristiano, Manzoni e i suoi personaggi esprimono il più autentico spirito di fiducia e abbandono alla volontà di Dio con la consapevolezza della fede nel suo amore sconfinato.
Intramontabile quindi, il suo messaggio è sempre vivo attraverso i secoli e il Papa lo pone come modello da cui prendere spunto.
In varie circostanze infatti ha avuto modo di citare il romanzo caposaldo della letteratura italiana e nel 2015 lo ha indicato come “capolavoro sul fidanzamento”.

In quell’occasione aveva auspicato che i giovani lo leggessero e che si lasciassero ispirare dai valori di cui è pregno, primo tra tutti la fedeltà, così come la fiducia in Dio che non abbandona durante le difficoltà e le sofferenze.