Donne afghane, la denuncia di Amnesty International e della Commissione interazione dei giuristi: un perpetuato crimine contro l’umanità

La condizione delle donne afghane è sempre stata particolarmente di battuta poiché argomento di grande preoccupazione a livello internazionale. Fortemente influenzata da una storia particolarmente turbolenta fatta di conflitti, instabilità politica e regimi totalitari. A partire dagli anni ’90 e sotto i talebani, queste ultime hanno subito molteplici repressioni.
Le repressioni di cui parlo hanno costretto le donne a sottostare a durissime severissime regole: è stato vietato loro di potersi istruire, di lavorare, di prendere parte alla vita del paese. Per non parlare poi dell’indossare il burqua (non per tutte una imposizione) ossia un abito che copre il corpo per intero.
La condizione delle donne afghane

Inoltre era stato vietato loro di poter uscire di casa se non in compagnia di un membro maschile della famiglia. Nel 2001 cade il regime talebano e per le donne afghane sembra esserci un momento di respiro. Vengono oltremodo introdotte delle leggi che consentono loro di poter studiare e di poter lavorare. Nonché, di poter prendere la patente di guida.
Pur tuttavia sono rimasti ben saldi alcuni presupposti, come ad esempio un matrimonio forzato e precoce. Un limitato accesso alle cure mediche, specialmente nelle zone più rurali. Con il 2021 le poche conquiste ottenute vanno via via dissolvendosi e con il ritorno dei talebani al potere, le donne afghane sono nuovamente assoggettate al potere maschile.
Repressione, minacce e torture: alcune delle violenze subite dalle donne afghane

Come si accennava in precedenza, la questione delle donne afghane e lungamente dibattuta dalla comunità internazionale e ovviamente da Amnesty International che ne denuncia a gran voce un crimine contro l’umanità è una violazione dei diritti umani. Le donne sono nuovamente perseguitate e privati dei loro diritti. Molte hanno provato a ribellarsi, ma le punizioni sono state atroci.
Tutte coloro i quali hanno cercato di opporsi al regime dei talebani, sono state lungamente represse. Le molteplici proteste organizzate nella città di Kabul hanno portato ad arresti, minacce e torture. Ad oggi si contano ben oltre 30 casi: parliamo anche di punizioni corporali per essere state considerate ribelli e accusate ingiustamente di “oscenità”. Amnesty International rinnova la sua preoccupazione nei confronti di questo popolo.