Paolo Portoghesi, è mancato l’architetto che ha progettato la Grande Moschea di Roma. Fu un grande esponente del Postmodernismo

Si è spento nel discorso le ore l’architetto italiano Paolo Portoghesi: è stato uno dei massimi esponenti del post modernismo. Nato il cresciuto nella Roma barocca degli anni ’30 e degli anni ’40, crebbe all’interno di una famiglia di artisti. Si scrisse alla facoltà di architettura della sapienza e rimase particolarmente fedele alle opere di Francesco Borromini.
Portoghesi fu anche un attivista italiano e nel 1961 decise di iscriversi al Partito Socialista fino al suo scioglimento. A collaborato con i più grandi esponenti dell’architettura italiana e fu anche il fondatore di una famosa rivista. Le sue opere sono considerate una anticipazione del movimento postmoderno nel nostro Paese: vediamone i particolari.
Il Postmodernismo in Italia: cosa c’è da sapere

Il postmodernismo è un movimento che si sviluppa in Italia a partire dagli anni ’60: lo scopo era quello di sfidare tutte le convenzioni e tutte le regole dell’arte moderna scegliendo di avvicinarsi a stile e tematiche ben diverse. All’interno dello stesso possiamo verificare con un mix di riferimenti e di stili che provengono dalle diverse culture di massa.
Come accennato in precedenza, Paolo Portoghesi uno dei massimi esponenti del movimento: tra le sue opere più importanti ricordiamo la Sede dell’Associazione Industriali della città di Avellino, Casa Papanice di Roma, la Chiesa della Sacra Famiglia di Salerno – particolarmente interessante per i suoi interni. Oggi, però, vogliamo occuparci della Moschea di Roma.
La Grande Moschea di Roma, i dettagli

La Moschea di Roma è il luogo di culto della comunità musulmana, nonché la più grande in tutta Italia. L’edificio è stato costruito ai piedi dei Parioli ed ha una capienza di circa 12.000 fedeli che si aggregano nei giorni di festa o di sacrificio. Pensata e strutturata da Paolo Portoghesi, il lavoro è durato all’incirca vent’anni e solo nel 1984 fu posata la prima pietra.
Per quel che riguarda gli interni, l’architetto ha scelto un linguaggio e una narrazione molto differente: vi è all’interno un incontro tra storia e tradizione. I materiali sono tipicamente romani, scegliendo di utilizzare il travertino e il cotto. Mentre le volte e la struttura ricordano l’Islam in tutto il suo essere: colori delicati e il Corano ripetuto lungo tutte le pareti.