La partecipazione alla Comunione Eucaristica e le condizioni alla base perché sia piena e fedelmente vissuta secondo il Catechismo.
La Chiesa Cattolica per il bene dei fedeli e perché il Sacramento dell’Eucarestia abbia il giusto e dovuto rispetto e la più piena adorazione pone determinate condizioni per quanto riguarda l’accostarsi ad essa.

Attraverso la Consacrazione eucaristica che avviene durante la Messa l’ostia, da semplice pane, e il vino, per il mistero della transustanziazione, diventano Gesù Cristo, vivo e presente in corpo, sangue, anima e divinità.
Proprio per questo la Chiesa pone come condizione essenziale quella di essere nello stato di grazia (Catechismo 1415) quindi di non trovarsi in quel momento in stato di peccato mortale.
È consigliato essere purificati anche dai peccati veniali attraverso il Sacramento della Riconciliazione da ricevere periodicamente e abbastanza frequentemente.
Questa condizione, l’essere riconciliati con Dio attraverso la Confessione sacramentale, da cui si è ricevuta l’assoluzione dai peccati, è primaria e necessaria.
Si tratta del punto fondamentale che la Chiesa sottolinea perché ci sia l’opportuna consapevolezza del grande atto che è fare la Comunione Eucaristica.
Non banchetto simbolico, ma Cristo vivo e presente
La Chiesa spiega e insegna che sull’altare quando il sacerdote consacra pane e vino pronunciando le parole di Gesù viene reso presente il sacrificio che ha compiuto sulla Croce.

Ripete esattamente le parole dell’ultima cena: “Prendete e mangiate. Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”, e poi prendendo il calice di vino: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.” (Lc 22, 19-20)
Ci si accosta a Gesù presente proprio lì quindi, con tutta la condizione umana incline al peccato, ma nella volontà piena della comunione con lui e con la Chiesa da lui istituita.
Non è un fatto di poco conto. Il rischio talvolta è che, anche a causa di una poca conoscenza di questo profondo ed essenziale motivo per cui in determinate situazioni di vita non si può ricevere l’Eucarestia, il Sacramento stesso possa essere banalizzato.
Fonte di diatribe e opinioni, la questione è illustrata dalla Chiesa in modo semplice e chiaro alla base della fede, la sola che può darne la più profonda comprensione.
Si tratta infatti di un “Mistero della fede”, espressione che viene pronunciata appunto al termine dell’atto della Consacrazione.
A far avvicinare in modo esaustivo a questa realtà inafferabile con la sola ragione umana staccata appunto dalla fede, ci sono i Santi.

Modelli di vita, loro pur vivendo pienamente l’esistenza umana con le sue fragilità hanno compreso e vissuto questo ineffabile mistero sentendone tutto l’amore.