Utero in affitto, arrivato in Commissione il primo sì verso il “reato universale”. Ecco tutti i dettagli

Si sta parlando sempre più spesso di utero in affitto e di maternità surrogata, ma cosa si intende? Con questi due termini vogliamo parlare di un processo mediante il quale una donna porta avanti una gravidanza per conto di un’altra persona o di una coppia che ha la possibilità di concepire o di adottare.
Parliamo per un istante di utero in affitto: cosa accade? In questo specifico caso, la madre surrogata concepisce servendosi dell’inseminazione artificiale o di quella che viene definita fecondazione in vitro. Finita la gravidanza, il bambino andrà poi nelle mani del singolo o della coppia che ha scelto di utilizzare questa procedura.
Utero in affitto, tutte le novità

Si sta di battendo molto circa la questione dell’utero in affitto: è un tema che apre molte questioni di tipo etico, legale e ovviamente sociale. L’opinione pubblica è nettamente spaccata in due e vi è una fetta che sostiene che questa pratica sia l’unica a dare la possibilità a coloro i quali non hanno figli, di poterne finalmente avere uno. Vale per chi ha difficoltà di concepimento, così come per le coppie dello stesso sesso.
Un’altra fetta, invece, sostiene che si stia parlando di un vero e proprio commercio delle donne. Donne che mettono a disposizione il proprio corpo per una gravidanza. Questa pratica non è regolamentata allo stesso modo e ogni paese ha le sue differenze. Vediamo, dunque, che cosa sta accadendo in Italia. A Montecitorio è stato sancito il primo sì in commissione che vede l’utero in affitto come un reato universale.
Cosa sta accadendo

A Montecitorio il prossimo 19 giugno sarà discusso il tema della maternità surrogata: è arrivato il primo sì che la considera un reato universale. Una battaglia che è stata portata avanti dai Fratelli d’Italia e dalla Lega contro la gestazione per terze persone. A esprimere tutto il suo disaccordo è stata la deputata Carolina Varchi la quale ha sottolineato il grande impegno verso l’approdo finale del ddl.
Intervenuto a tal proposito anche il vescovo monsignor Antonio Suetta il quale condanna la maternità surrogata e la trova una pratica disumana. Particolarmente soddisfatti anche i membri di ProVita che sui social network hanno esposto il loro pensiero, sostenendo che finalmente vieni a coprirsi una grande falla dell’ordinamento italiano.