Vasco Rossi risponde alla lettera del vescovo di Rimini nel comune obiettivo di incoraggiare i ragazzi all’amore e alla solidarietà.
Dopo la terribile alluvione che nelle scorse settimane ha colpito l’Emilia Romagna, che ha visto distrutta la vita di molte famiglie, ma anche la dimostrazione di solidarietà di molti ragazzi che sono andati ad aiutare, il vescovo di Rimini ha scritto al cantante.
In vista del concerto di Vasco Rossi nella città romagnola il vescovo Nicolò Anselmi si era rivolto al cantante con una lettera in cui lo incoraggiava ad esortare i giovani ad essere generosi, a spendersi per gli altri così come hanno fatto in questa tragica circostanza.
Quei ragazzi hanno spalato il fango, ditribuito il cibo, hanno portato il loro aiuto a gente in difficoltà, facendosi prossimi e manifestando non solo solidarietà, ma come sottolinea il presule, “hanno manifestato la forza e la capacità di amore di Gesù che è dentro di loro”.
Ha esortato Vasco ad incoraggiarli a non spegnere quel “quel desiderio d’infinito che si trova nel cuore di ogni uomo” per “trovare un senso a questa vita”, usando le parole della sua celebre canzone, nel donarsi agli altri scoprendo che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
La risposta dei Vasco con entusiasmo e forza
Non tarda ad arrivare la risposta di Vasco Rossi che ha apprezzato molto le parole che il vescovo ha voluto inviargli.
Lo ringrazia con viva commozione e parla della regione alluvionata dicendo “Io sono qui per portare un po’ di gioia, di carica, di solidarietà, i miei due concerti saranno ‘dedicatissimi’ a questa terra che io amo, ci sono nato e so che si rialzerà”.
Promette incoraggiamento e di rivolgere l’esortazione a guardare in faccia la realtà con forza per affrontarla in modo che sia meno dura di quanto ci si immagini.
Con tono confidente ironizza che bisogna esortare ad non rinunciare mai ad una “vita spericolata” .
Arriva forte e chiaro il suo monito: “Guai smettere di sognare”. Parole piene di entusiasmo con cui ringrazia il vescovo che ritiene piendo di umanità, come un porto di mare che accoglie la gente, capace di includere e non escludere nessuno.
Durante il suo concerto non è mancata “Romagna mia” la canzone simbolo del popolo romagnolo, un omaggio sentito per una solidarietà che passa anche dalla musica.