Elisa Salerno: Chiesa e femminismo, una lotta per la dignità delle donne

Elisa Salerno: la fatica del femminismo cattolico nel Novecento, una lotta per la dignità delle donne nel passato Novecento.

Femminista
Simbolo della donna (foto da Instagram-riscossacristiana.it)

Le celebrazioni per il 150º anniversario della nascita di Elisa Salerno si sono svolte a Vicenza, con conferenze e incontri di approfondimento, e si concluderanno con la traslazione delle sue spoglie nel famedio del cimitero monumentale di Vicenza.

Elisa Salerno, durante tutta la sua vita, rimase fedele alla Chiesa nonostante le sue critiche riguardo all’antifemminismo presente al suo interno. Secondo la biografa Annalisa Lombardo, Salerno intuiva che la lettura diretta della Parola rivelava la grande visione della Chiesa sulla donna.

Aveva perplessità sul lavoro dei padri della Chiesa, come san Paolo, che reinterpretarono il pensiero originario del cristianesimo sulla donna in chiave maschile. Salerno si ribellava al passaggio in cui san Paolo diceva: “Tacciano le donne”.

Elisa Salerno: una vita dedicata alla causa santa della donna

Uguaglianza
Donna è uguale a d uomo (foto da Instagram-riscossacristiana.it)

Affermava che Gesù non aveva mai detto che le donne dovessero tacere e che egli parlava alle donne allo stesso livello degli uomini. Era una donna che aveva fede nonostante le questioni che aveva con la Chiesa. Elisa Salerno può essere considerata una femminista ante litteram, ma con una fede cattolica.

Fu una delle prime donne, insieme a un gruppo di donne cattoliche del Veneto e della Lombardia, a sostenere il diritto-dovere di essere prima cattoliche e poi femministe. Questo era l’aspetto più originale del femminismo cristiano dei primi del Novecento.

La vera vocazione del movimento era il riconoscimento della piena dignità della donna accanto all’uomo, senza subordinazione o dipendenza, sfidando ciò che la Chiesa suggeriva di accettare come dato di fatto. Questo approccio rimane attuale, poiché alcune donne cercano di modificare la Chiesa dall’interno.

Nel 1909, Elisa Salerno fondò “La Donna e il Lavoro”, che successivamente assunse il sottotitolo “Giornale del femminismo cristiano”.

Il giornale affrontava tematiche sociali, economiche e politiche legate alle donne, come la maternità, la riduzione dell’orario di lavoro e l’ingresso nel mondo del lavoro. Nonostante non si ponesse apertamente contro la Chiesa e si concentrasse poco sulla teologia, Salerno fu richiamata dalla Curia vicentina nel 1919 e allontanata dai sacramenti.

Il suo giornale non venne più considerato stampa cattolica e nel 1927 i suoi scritti furono messi all’indice. Secondo la biografa Annalisa Lombardo, ciò fu dovuto anche ai pamphlet di Salerno contro la Chiesa che venivano allegati al giornale.

 La ribellione di Elisa Salerno: la lotta contro l’antifemminismo nella Chiesa e nel fascismo

corteo
Sciopero (foto da Instagram-riscossacristiana.it)

Questi provvedimenti curiali e l’imbarazzo della censura fascista, portarono Salerno a interrompere l’attività del suo giornale. Affrontò difficoltà economiche e morì in povertà nel 1957 all’età di 84 anni.