Oristano, maestra sospesa dopo aver fatto recitare Ave Maria: i dettagli della prima udienza

Oristano, maestra sospesa da scuola dopo aver fatto recitare l’Ave Maria ai suoi alunni: i dettagli della prima udienza

Oristano, maestra sospesa dopo aver fatto recitare Ave Maria
Scuola (foto da Canva -riscossacristiana.it)

Si è tenuta lo scorso 14 giugno la prima udienza che ha visto una maestra di Oristano essere sospesa del proprio lavoro, con annessa riduzione dello stipendio per aver fatto recitare in classe delle preghiere ai suoi bambini. Subito dopo essere uscita dal tribunale, la donna è stata intervistata e ha sostenuto di aver finalmente potuto spiegare come sono andate realmente le cose.

“Sinora non ero stata interpellata” – ecco alcune parole della maestra la quale ha ammesso con dispiacere di non aver mai potuto raccontare quanto accaduto. Proviamo a ricostruire la faccenda e a capire come la donna si sia trovata in tribunale. Ad oggi il giudice prenderà dei giorni di tempo per valutare la deposizione dell’imputata.

Maestra sospesa dalla scuola per 20 giorni

Sospesa dopo aver fatto recitare Ave Maria
Preghiera (foto da Canva -riscossacristiana.it)

Secondo quanto emerso nell’aula di tribunale la docente ha ammesso di aver fatto recitare l’Ave Maria ai suoi studenti e di averlo fatto solo in concomitanza con le feste di Natale. Inoltre ha tenuto a smentire quanto riportato dagli organi scolastici che le avevano imputato ripetutamente l’episodio. Ha raccontato, infatti, che si è trattato semplicemente di un fatto isolato.

Dopo quanto accaduto, alla professoressa è stato ridotto lo stipendio e costretta a 20 giorni di sospensione. Questa situazione, come accennato lei stessa, ha preoccupato molto gli studenti. È riuscita in ogni caso a portare avanti il programma e a tranquillizzare i suoi ragazzi che, al suo ritorno, sono stati particolarmente affettuosi.

I dettagli della vicenda: la prima udienza

14 giugno, prima udienza
Tribunale (foto da Canva -riscossacristiana.it)

Una situazione davvero molto particolare che ha visto anche il ricorso da parte dei legali della professoressa: si ritiene, infatti, che non siano stati rispettati prontamente i tempi per quel che concerne la notifica del provvedimento disciplinare. Inoltre la maestra non è stata mai ascoltata e non avrebbe mai potuto raccontare la sua versione dei fatti.

L’accusa è arrivata direttamente da alcune mamme che hanno riportato quanto accaduto ai dirigenti scolastici. Ad oggi la maestra sembra essere più serena visto e considerato che l’anno scolastico si sta per concludere e nonostante 20 giorni in meno, è riuscita ugualmente a fare in modo che le sue classi portassero a termine i progetti previsti.