La santità quotidiana di Gregorio Barbarigo: la vita al servizio dei fedeli, modello di educazione catechistica e formazione spirituale.

Il santo che si venera oggi è ricordato come un vescovo molto attivo e riformatore della Chiesa. San Gregorio Barbarigo discendeva da una famiglia nobile e il padre lo crebbe nel timore di Dio. Giovincello si trasferì in Germania al servizio di un ambasciatore veneziano.
Proprio nella città in cui viveva, venne a contatto con il nunzio apostolico, Fabio Chigi, che lo introdusse allo studio della spiritualità di Francesco di Sales e alle scienze religiose. Al suo ritorno in Italia fu proclamato dottore in teologia all’università di Padova.
Giorno dopo giorno la vocazione sacerdotale iniziava a prendere forma nel suo cuore e nella sua mente. Si trasferì a Roma chiamato dal papa e si immise nelle opere buone. Durante la terribile peste, fu lui a organizzare il soccorso degli ammalati colpiti dalla pandemia.
San Gregorio Barbarigo e la riforma spirituale nelle diocesi, un cambiamento radicale

Quando finalmente la pestilenza passò, miracolosamente Gregorio ne uscì intatto. Aveva perversato per mesi accanto al capezzale dei malati con una devozione e affabilità incredibili. venne nominato vescovo di Bergamo, dove si dedicò con passione al suo ministero.
Riordinò la diocesi, riformò il clero, restaurò la disciplina nei monasteri, promosse l’educazione catechistica e si preoccupò della formazione dei futuri sacerdoti. Uno zelo secondo a nessuno, aveva fame di amore e di buoni propositi da condividere con tutti.
Egli amava moltissimo gli scritti ereditari di San Carlo Borromeo. Ne teneva una copia con sè e lo consultava di continuo. Gregorio venne eletto cardinale e trasferito alla diocesi di Padova. Qui continuò a essere un pastore esemplare, visitando le parrocchie, promuovendo la riforma del clero e organizzando scuole di catechismo.
Il suo fu un mandato di grande enfasi e ricostruzione. Non stava mai fermo e la mente e il cuore, all’unisono, creavano tutto ciò che di meglio c’era per accompagnare il popolo di Dio verso la via e la verità. Vescovo appassionato, si prese cura del suo gregge.

Morì il 18 giugno 1697 durante una visita pastorale. Giovanni XXIII lo canonizzò nel 1960, riconoscendo la sua santità e il suo impegno nella promozione del Vangelo e della fede cattolica. Uomo di impegno sacrale, vittima dell’amore misericordioso che unisce e salva.