Fare la Cresima o comunque esser già cresimati è una condizione necessaria per sposarsi sacramentalmente? Ecco cosa dice la Chiesa.
È un interrogativo che si pongono in molti: per ricevere il Sacramento del Matrimonio bisogna aver avuto anche quello della Cresima?
C’è un pò di confusione al riguardo. Generalmente essere cresimati è condizione previa per sposarsi e spesso chi non l’ha già ricevuta negli anni precedenti chiede di ricevere quella comunemente conosciuta come Cresima ovvero il Sacramento della Confermazione.
Bisogna innanzitutto approfondire per comprendere esattamente cosa è la Confermazione e capire il suo nesso con il Matrimonio.
Con la Cresima si riceve lo Spirito Santo e si conferma l’appartenenza al corpo mistico di Cristo, la Chiesa. È perciò strettamente connessa al Battesimo ed è una conferma che porta una maturazione, un progresso nella vita di fede.
I dettami del Codice di Diritto Canonico sono chiari
Ma ecco cosa afferma testualmente al riguardo il Codice di Diritto Canonico: “I cattolici che non hanno ancora ricevuto il sacramento della Confermazione, lo ricevano prima di essere ammessi al Matrimonio, se è possibile farlo senza grave incomodo” (Canone 1065).

Non è prevista quindi una ferma obbligatorietà anche se è certamente fortemente consigliato. Si tratta di sicuro di un’esortazione molto grande, e questo per il benessere che genera alla vita spirituale.
Anche se non è un obbligo, e proprio per questo non un dovere da assolvere come atto burocratico e privo di vera consapevolezza e senso spirituale, è indicata perché rientra in un processo di crescita e predispone ad accogliere l’altro sacramento con maggior pienezza.
Ci sono poi le situazioni di coloro che vivono in situazioni cosiddette irregolari, come la convivenza more uxorio o il matrimonio civile.
Per arrivare al passo del matrimonio sacramentale è necessario che ci sia una profonda conversione e una vera e propria non solo consapevolezza ma convinzione autentica degli elementi su cui si fonda il matrimonio religioso: indissolubilità e apertura alla vita.
In mancanza di questo, come espresso nella Pastorale dei divorziati risposati n.36 “mancando quella fondamentale conversione che è condizione necessaria per ricevere la grazia del Signore” la Cresima non può avere spazio e di conseguenza neanche il matrimonio sacramentale.
Ultimamente in alcune diocesi come quella di Palermo ad opera dell’arcivescovo è stato consentito a chi da sposato solo civilmente, dopo un processo di conversione si accosta al sacramento del matrimonio di ricevere la Cresima in un momento successivo alle nozze.

L’azione è quella del discernimento caso per caso con la direzione spirituale di sacerdoti che possano seguire le coppie e verificare l’effettiva consapevolezza e convinzione per non burocratizzare i sacramenti e renderli un dovere da assolvere.