Luigi Gonzaga: modello di santità per i giovani del nostro tempo. Testimone di speranza e fiducia in Dio nelle prove della vita. La sua vita fu prematuramente interrotta dalla peste.

Discendeva da una famiglia molto nobile, il padre di Luigi Gonzaga era un militare e lo portò in mezzo ai soldati fin da piccolo. La madre, fervente cattolica, lo educò alla preghiera e all’amore verso il prossimo. Il giovane maturerà la sua vocazione a 12 anni quando fece la sua prima comunione.
Fu allora che decise di entrare nel mistero di Gesù incarnato e di farsi gesuita, seguì una lunga lotta con il padre per questa sua ferma volontà. Cagionevole di salute, dedicò la sua vita alla preghiera, alla penitenza e all’assistenza ai malati e agli appestati.
Si distinse per la sua umiltà, la sua purezza e il suo amore per Dio. Combatté strenuamente contro le tentazioni e i vizi della sua epoca e si dedicò alla preghiera e all’adorazione. Era noto per i suoi digiuni, i suoi severi atti di penitenza e la sua grande carità verso i bisognosi.
Luigi Gonzaga: martire della carità e del servizio verso i malati

Erede del titolo nobiliare del padre, il marchese Ferrante Gonzaga, Luigi si fa pane eucaristico per gli altri rinunciano agli averi. Le sue parole sono ben accolte e finanche in politica sa muoversi bene. Mette pace nelle famiglie e si distinse nella terribile peste che colpì la città di Roma nel 1590.
Fu proprio in quella circostanza che, per strada, trovò un appestato. Ne ebbe pietà e lo caricò sulle sue spalle per portarlo in un luogo sicuro e prestargli le cure. Venne contagiato e il suo corpo, già debilitato dai pesanti fioretti e mortificazioni, non riuscì a superare la malattia.
Luigi era un ragazzo molto devoto e studioso. Riconosciuto come patrono dei giovani studenti a causa della sua dedizione all’apprendimento e alla formazione spirituale durante la sua breve vita.

Pur non essendo stato martirizzato per mano di persecutori, San Luigi Gonzaga è considerato un “martire della carità” per aver contratto la peste mentre assisteva gli ammalati e aver sacrificato la sua vita per amore del prossimo. Non perdeva tempo per immergersi nella Parola che salva.
Morì a soli 23 anni, offrendo la sua vita a Dio. È stato canonizzato nel 1726 da papa Benedetto XIII.