San Giuseppe Cafasso: perla del clero italiano, teologo e imitatore del Cristo. Ha formato sacerdoti e portato sostegno ai carcerati.

San Giuseppe Cafasso è un esempio di carità e impegno sociale nel servizio agli altri, in particolare ai più emarginati e bisognosi. La storia riporta un vissuto intriso di una fede incrollabile nell’unico Dio in alto nei cieli. Il trascorso in mezzo ai derelitti e agli ultimi.
È stato un grande promotore dell‘educazione cristiana e ha fondato diverse scuole per bambini e giovani. San Giuseppe Cafasso è stato un amico e consigliere spirituale di San Giovanni Bosco, fondatore della congregazione dei Salesiani.
Nato a Castelnuovo, Asti, è stato un noto predicatore e confessore. È ricordato soprattutto per il suo impegno nei confronti dei carcerati e dei condannati a morte. Ha dedicato la sua vita a visitare i prigionieri nelle carceri di Torino, offrendo loro conforto spirituale e supporto materiale.
Il giovane prete pieno di Spirito Santo, si è battuto per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e ha cercato di riabilitare coloro che erano stati condannati. Li accompagnava alla forca, dando loro forza e speranza tanto da chiamarli “santi impiccati”.
San Giuseppe Cafasso teologo e insegnante: consigliere dei dubbiosi e assistente spirituale

La vocazione si impadronì del suo cuore in giovanissima età. Desiderava solo fare la volontà di Dio e operare per il bene della società. Una volta ordinato sacerdote si mise al cospetto dei superiori facendosi notare nel suo intento umile e sottomesso.
Era dedito a soccorrere i poveri e gli ammalati, in loro vedeva la figura del Cristo martoriato. La sua compassione non aveva confini, discendeva da una famiglia benestante e tutti si suoi averi furono adoperati solo per fornire la sussistenza ai bisognosi.
Il suo fisico gracile fu minato dalle penitenze e dalle fatiche del suo intenso apostolato. Tutto offriva al suo Signore per la redenzione delle anime che intralciavano il suo cammino pellegrino. San Giuseppe Cafasso non si risparmiava, voleva portare a tutti il messaggio salvifico del suo credo.
Morì il 23 giugno 1860, all’età di soli 49 anni arso dall’amore di Dio ma ridotto ad una larva per il suo lavoro senza sosta. Fu definito da San Giovanni Bosco come la perla del clero, il modello di vita sacerdotale, il padre dei poveri, il consigliere dei dubbiosi, il conforto degli infermi, il sollievo dei carcerati e il grande benefattore dell’umanità.

Era il primo a strabiliarsi di fronte a tanta forza da un esserino coì delicato che si dava da fare con i giovani per riportarli sulla retta via. È stato beatificato da Papa Pio XI nel 1925, canonizzato da Papa Pio XII il 22 giugno 1947 e proclamato patrono delle carceri d’Italia.