L’Italia sempre più un paese di anziani: i dati allarmanti dell’Istat

Gli anziani sono sempre di più in Italia, mentre diminuiscono i nuovi nati e la vita media si è allungata: dall’Istat arrivano i dati.

È una tendenza che si consolida anno dopo anno e non accenna ad un ribaltamento. Anche per l’analisi dell’anno scorso i dati Istat arriva un’analisi ben precisa.

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Dati Istat – Canva – riscossacristiana.it

Pubblicati nella nuova edizione di “Noi Italia”, il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione con un’aspettativa di vita media che si è allungata è tra i più rilevanti.

Insieme alla diminuzione della fecondità e al netto abbassamento del numero delle nuove nascite il quadro che ne esce è sicuramente di un’Italia che diventa sempre di più un Paese di anziani.

Risulta infatti uno dei più “vecchi” dell’Unione Europea, con un un numero considerevole di persone in età avanzata. L’analisi è relativa all’anno 2022 e se vede segnali positivi per quanto riguardano la dinamica migratoria che è in aumento dal 2020, non è così per la fecondità.

Con 1,25 figli per donna ed un’età media di 32,4 anni per la donna che ha il primo figlio, l’Italia si classifica tra i Paesi con minor fecondità.

L’età media della popolazione si aggira sugli 80, 5 anni per gli uomini e sugli  84,5 per le donne. Netto e chiaro è l’aumento del numero di anziani che si collocano con una quota di 187,6 ogni 100 giovani superandoli così ampiamente.

Matrimoni, separazioni e migrazioni

Dopo il netto calo delle nozze avvenuto con il periodo della pandemia c’è una lieve risalita ma accade un aumento anche delle separazioni e dei divorzi.Sono stati registrati aumenti di separazioni e divorzi rispettivamente del 22, 5 % e del 24,8 %.

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Calo delle nascite – Canva – riscossacristiana.it

Su un totale di abitanti in Italia di 59.030.133 ci sono 5 milioni di cittadini stranieri che costituiscono l’8,5% della popolazione residente.

La concentrazione è per l’83,8 % al Centro -Nord, e si riscontra che nel 2022 il tasso di disoccuopazione dei cittadini stranieri è del 12,0% rispetto al 7,6% dei cittadini italiani.

Studi, lavoro e occupazione

Quanto agli studi l’Istat evidenzia che un giovane su 10 di un’età compresa tra i 18 e i 24 anni lascia gli studi. La spesa pubblica rivolta all’istruzione in Italia risulta essere più bassa rispetto agli altri Paesi del 4,9%.

Degli adulti tra i 25 e i 64 anni con solo la licenzia media la percentuale è del 37,4%. Pe ril 40,01% si tratta di uomini, e il 34,8% sono donne.

Nel Mezzogiorno l’incidenza risulta superiore rispetto al Centro – Nord. C’è però un calo della disoccupazione, diminuito di 1,4 punti in confronto all’anno precedente ed è sceso così dal 9,5% all’ 8,1%.

È in lieve aumento la fascia di disoccupati in cerca di lavoro da più di un anno salendo al 57, 3 % per gli uomini.

In un range di popolazionte tra i 15 e i 74 anni disponibili a lavorare pur non cercando attivamente lavoro è stato registrato un significativo calo con  – 3,2 punti percentuali, con un numero più alto di donne rispetto ai maschi.

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Giovani e lavoro – Canva – riscossacristiana.it

Interessanti anche i dati Istat sulla situazione sociale in Italia, che mostrano come una persona su 4 è a rischio povertà.