Carenza di preti, come può cambiare la vita delle parrocchie

Sempre più pressante il problema della carenza di preti che devono assolvere il ruolo su più parrocchie. Al vaglio nuove forme della vita parrocchiale.

Il problema riguarda principalmente piccoli centri periferici in zone con pochi abitanti e spesso in luoghi lontani dalle città.

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Sacerdote che celebra la messa – Canva – riscossacristiana.it

In alcune località poco popolate, sono rimasti pochi sacerdoti che si devono destreggiare ad assolvere il ruolo andando su è giù in tre, anche quattro chiese.

Devono celebrare più messe al giorno, soprattutto la domenica, quando si pone addirittura il pericolo che in alcune zone non può essere garantita la messa domenicale.

Un super lavoro che preti, talvolta anziani, si trovano a dover svolgere a fatica, per mantenere attive le comunità e andare incontro alle esigenze dei fedeli che altrimenti si ridurrebbero a non avere la messa o la chiesa aperta nel luogo in cui abitano.

A discutere di questo problema è stata dedicata la Settimana nazionale di aggiornamento pastorale che ha avuto luogo nel Seminario di Lucca in questi giorni ed è giunta alla sua 72 esima edizione.

Il vescovo emerito di Palestrina, mons. Domenico Sigalini, presiede il Centro di orientamento pastorale (Cop) e si è posto una domanda fondamentale: “Esisterà ancora nei piccoli paesi la comunità cristiana che segue e annuncia Cristo?“.

Il nucleo del problema e le possibili soluzioni

Le località di montagna sono quelle più a rischio di avere perdite di sacerdoti o riduzioni del numero di messe e perfino mancanza di quella domenicale.

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Piccola parrocchia di montagna – Canva – riscossacristiana.it

Spiega Sigalini che “il cammino di fede non è soltanto nei momenti di culto ma nella concretezza dell’esistenza” per cui anche altre attività devono essere garantite e per far fronte all’assenza di un prete, che spesso si deve barcamenare su paesi vicini, bisogna ricorrere ad un incremento del ruolo dei laici.

Il modello da prendere ad esempio possono essere le prime comunità cristiane, con un forte segno di corresponsabilità che deve animare la comunità dei fedeli.

Alcune attività, come l’animazione dell’adorazione eucaristica o momenti di educazione alla fede, secondo Sigalini, possono esser svolti anche dai laici.

In questo considera profetiche le scelte di Papa Francesco sui ministeri laicali. In quest’ottica i piccoli paesi devono farsi laboratori in cui ci sono persone che si formano per entrare in comunicazione con tutti e farsi missionari portando agli altri il Vangelo.

La quotidianità può essere imperniata da questo. “Dobbiamo fare in modo che l’intera esperienza personale, che contempla la famiglia, gli affetti, l’amicizia, il lavoro, sia sorgente per l’anima. Così l’Eucaristia si traduce in vita“, afferma il monsignore.

Questa può essere una soluzione o comunque un’importante aiuto al lavoro del sacerdote che con una concreta presenza di laici attivi in parrocchia potrà gestire meglio le parrocchie affidate e coprire con meno fatica il compito.

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Laici in parrocchia – Canva – riscossacristiana.it

Mentre finora il ruolo del prete per molte attività parrocchiali era di controllare e osservare, “oggi è chiamato a qualificare donne e uomini che, seppur non siano molti, vivano in maniera responsabile il loro essere cristiani” conclude il vescovo Sigalini.