La presenza delle immagini sacre nelle chiese, sembra venire meno al primo comandamento. Il significato teologico nella fede.

La Casa di Dio è, da sempre, il luogo del culto cristiano. Le navate sono arricchite da piccole cappelle dove sono situati importanti statue e dipinti da venerare. E’ vero, il primo comandamento è l’autorità di Dio che esige di non amare nessuno al di fuori di Lui.
A questo punto la domanda è lecita: “Perchè la Chiesa conserva tutte queste immagini sacre?” Se correttamente compreso, la pratica, non è contraria al primo comandamento.
Le immagini sacre nella Chiesa cattolica sono utilizzate per scopi di venerazione e devozione. La venerazione consiste nell’onorare, rispettare e rendere omaggio a coloro che sono rappresentati nell’immagine. E’ un modo per ricordare la presenza e l’esempio di queste figure sante nella nostra vita e nella storia della salvezza.
L’uso delle immagini sacre nelle chiese va contro al primo comandamento?

Le icone possono aiutare i fedeli a concentrarsi sulla loro fede, a meditare sugli insegnamenti di Cristo e a stimolare la preghiera e la devozione. Sono considerate un mezzo per favorire una connessione spirituale più profonda con Dio e con i santi che ci hanno preceduto nella fede.
Sono semplicemente strumenti per stimolare la nostra relazione con Dio e per ricordare il suo amore e la sua misericordia per noi. Non devono mai sostituire o competere con l’adorazione che è riservata esclusivamente a Dio Padre Creatore.
La Chiesa cattolica sottolinea che la venerazione delle immagini sacre deve sempre essere orientata verso Dio e diretta alla comunione con Lui. Nel contesto dell’Antico Testamento, si ammette, l’uso di immagini, come tramiti di mediazione o come simboli della presenza di Dio.
L’essere umano come “immagine di Dio” si riferisce alla nostra chiamata a riflettere gli attributi divini e a vivere secondo i suoi comandamenti.
Quando uno dei discepoli chiede a Gesù di mostrare loro il Padre, egli risponde che chiunque vede lui, vede il Padre stesso. Gesù è la manifestazione tangibile e visibile del Dio inaccessibile. Nell’evangelo di Giovanni, l’autore afferma che hanno udito, visto e toccato il Verbo della vita, cioè Gesù di Nazaret.
In lui, si rivela il mistero di Dio in modo contemplabile e comprensibile per noi. La comprensione della rivelazione di Dio in Cristo è il fondamento della legittimità delle icone nella tradizione cristiana.

Le icone non sono immagini idolatriche, ma rappresentazioni artistiche che ci aiutano a contemplare e meditare sul mistero di Dio che si è fatto uomo in Gesù. Possiamo accedere alla realtà spirituale e incontrare la sua presenza nella nostra vita di fede.
I santi intercedono per aprire la strada verso l’Onnipotente che aiuta e non abbandona.