Immagini sacre nelle chiese: contraddizione al primo comandamento?

La presenza delle immagini sacre nelle chiese, sembra venire meno al primo comandamento. Il significato teologico nella fede.

icona in chiesa
Spirito Santo (foto da Instagram-riscossacristiana.it)

La Casa di Dio è, da sempre, il luogo del culto cristiano. Le navate sono arricchite da piccole cappelle dove sono situati importanti statue e dipinti da venerare. E’ vero, il primo comandamento è l’autorità di Dio che esige di non amare nessuno al di fuori di Lui.

A questo punto la domanda è lecita: “Perchè la Chiesa conserva tutte queste immagini sacre?” Se correttamente compreso, la pratica, non è contraria al primo comandamento.

Le immagini sacre nella Chiesa cattolica sono utilizzate per scopi di venerazione e devozione. La venerazione consiste nell’onorare, rispettare e rendere omaggio a coloro che sono rappresentati nell’immagine. E’ un modo per ricordare la presenza e l’esempio di queste figure sante nella nostra vita e nella storia della salvezza.

L’uso delle immagini sacre nelle chiese va contro al primo comandamento?

adorazione
Interno chiesa di Santa Rita (foto da Instagram-riscossacristiana.it)

Le icone possono aiutare i fedeli a concentrarsi sulla loro fede, a meditare sugli insegnamenti di Cristo e a stimolare la preghiera e la devozione. Sono considerate un mezzo per favorire una connessione spirituale più profonda con Dio e con i santi che ci hanno preceduto nella fede.

Sono semplicemente strumenti per stimolare la nostra relazione con Dio e per ricordare il suo amore e la sua misericordia per noi. Non devono mai sostituire o competere con l’adorazione che è riservata esclusivamente a Dio Padre Creatore.

La Chiesa cattolica sottolinea che la venerazione delle immagini sacre deve sempre essere orientata verso Dio e diretta alla comunione con Lui. Nel contesto dell’Antico Testamento, si ammette, l’uso di immagini, come tramiti di mediazione o come simboli della presenza di Dio.

L’essere umano come “immagine di Dio” si riferisce alla nostra chiamata a riflettere gli attributi divini e a vivere secondo i suoi comandamenti.

Quando uno dei discepoli chiede a Gesù di mostrare loro il Padre, egli risponde che chiunque vede lui, vede il Padre stesso. Gesù è la manifestazione tangibile e visibile del Dio inaccessibile. Nell’evangelo di Giovanni, l’autore afferma che hanno udito, visto e toccato il Verbo della vita, cioè Gesù di Nazaret.

In lui, si rivela il mistero di Dio in modo contemplabile e comprensibile per noi. La comprensione della rivelazione di Dio in Cristo è il fondamento della legittimità delle icone nella tradizione cristiana.

devozione alla madre di Dio
Assunzione di Maria (Foto da Instagram-riscossacristiana.it)

Le icone non sono immagini idolatriche, ma rappresentazioni artistiche che ci aiutano a contemplare e meditare sul mistero di Dio che si è fatto uomo in Gesù. Possiamo accedere alla realtà spirituale e incontrare la sua presenza nella nostra vita di fede.

I santi intercedono per aprire la strada verso l’Onnipotente che aiuta e non abbandona.