1938, approvate le leggi razziali: quale il ruolo della Chiesa?

1938, il 10 novembre vengono approvate le leggi razziali: quale fu il ruolo della Chiesa? Un importante approfondimento storico 

Approvate le leggi razziali
Italia, 1938 (Foto da Instagram -riscossacristiana.it)

L‘Italia del 1938 è un’Italia non ancora coinvolta nel conflitto bellico, ma è un paese che sta per essere nuovamente sconvolto dalla guerra: Benito Mussolini si sta preparando alle prossime azioni militari. Il 1938 è l’anno dell’adozione delle leggi razziali fasciste. Occorre fare un importante approfondimento storico e riassumere brevemente quello che è stato il ruolo degli ebrei in Italia e come hanno ricevuto e perso l’emancipazione giuridica.

Nel corso dell’Ottocento infatti lo Statuto Albertino ne aveva sancito l’emancipazione: questa fu poi bruscamente interrotta durante gli anni del fascismo e in modo particolare con i Patti Lateranensi che rimisero profondamente in discussione la posizione giuridica di altri culti che non fossero il Cristianesimo. È ancora il 1938 quando inizia ad essere sempre più prepotente l’esercizio anti- giudaico e l’esclusione del popolo ebreo da molti frangenti.

Un breve accenno storico

Il ruolo della Chiesa
Negozio Giudeo (Foto da Instagram -riscossacristiana.it)

Occorre fare un salto indietro di un anno e arrivare al 1937 quando si inizia in maniera latente a escludere gli ebrei, segregandoli ed emarginandoli: furono in modo particolare la Polonia, la Germania e l’Ungheria ad accelerare questo processo. Ritorniamo al 1938 e nello specifico alle 10 novembre quando all’interno del Consiglio dei Ministri vengono approvate le leggi razziali fasciste che erano state annunciate precedentemente da Mussolini a Trieste.

Cosa sta succedendo in Italia? Stiamo parlando di “provvedimenti” volti all’esclusione degli ebrei: I cittadini italiani che avevano origine ebraica furono di volta in volta allontanati da ogni tipo di contesto pubblico, per non parlare poi della privazione dei diritti fondamentali e della privazione delle loro proprietà. Tante le restrizioni che riguardavano in modo particolare l’istruzione, la vita sociale, la propria occupazione pubblica.

A questo punto bisogna rispondere alla domanda posta: quale fu il ruolo della chiesa? Occorre precisare che l’Italia non divenne totalmente antisemita, ma si ritiene che gli italiani si “abituarono facilmente” a questi provvedimenti convincendosi in qualche modo che ci fosse qualcosa di reale da perseguire. Allo stesso tempo anche la chiesa sosteneva che i provvedimenti di cui sopra avessero in qualche modo degli aspetti buoni e la loro posizione può essere sintetizzata con: “Discriminare e non perseguitare”.

Due figure importanti della Chiesa in opposizione all’Olocausto

Olocausto
Olocausto (Foto da Instagram -riscossacristiana.it)

Di conseguenza possiamo riassumere il tutto dicendo che la Chiesa ebbe uno suolo ambiguo e complesso all’interno di questo scenario: ci fu senza alcun dubbio un silenzioso adattamento, in quanto non vennero prese delle vere proprie posizioni nette. Questo avvenne anche per paura di ripercussioni pubbliche. Possiamo però citare Pietro Boetto, cardinale italiano molto attivo durante il periodo dell’Olocausto: svolse un ruolo fondamentale nell’assistenza agli ebrei perseguitati.

La sua è una storia molto importante, un esempio di aiuto, sostegno degli ebrei durante lo sterminio nazista. Così come bauletto, possiamo citare anche il cardinale Ildefonso Schuster che in un toccante discorso dal pulpito del Duomo di Milano condannava il razzismo, opponendosi pubblicamente a tutto ciò che stava accadendo in Italia e nel mondo.