Il santo del giorno: Bernardino Realino, l’uomo devoto alla Madonna

Bernardino Realino: un santo dalle virtù semplici e profonde, il sacerdote zelante. Una vita dedicata alla fede e alla carità.

il fraticello infantile
Il santo di Lecce(Foto da Instagram-riscossacristiana.it)

Bernardino Realino nacque a Carpi nel 1530. La madre gli impartì un’educazione religiosa fin da piccolo. Mostrò un’intelligenza vivace e un cuore caritatevole. Durante i suoi studi a Modena, si trovò coinvolto in un ambiente corrotto, ma riuscì a evitare le cattive influenze.

Successivamente, si trasferì a Bologna per studiare medicina, ma interruppe gli studi per dedicarsi alla giurisprudenza a causa del desiderio della donna che amava, Cloride.

Durante questo periodo di studio, si verificò un episodio triste che Bernardino non dimenticherà mai. Si scontrò con un uomo di nome Galli, che aveva ingiustamente danneggiato la famiglia Realino. Durante una discussione accesa, Bernardino estrasse la spada e colpì Galli alla fronte, senza ucciderlo.

Il legame speciale di Bernardino Realino con la Madonna: una pietà infantile

tomba gesuita
Teca con il santo(Foto da Instagram-riscossacristiana.it)

Era considerato un umanista di grande talento e conoscenza. Era un uomo che aspirava a ideali superiori. Dopo aver completato gli studi e ottenuto la laurea in giurisprudenza, divenne prima podestà a Felizzano, poi a Cassine e infine a Castelleone.

In tutti questi luoghi, si guadagnò l’amore della gente grazie alla sua onestà e carità, amministrando giustizia in modo equo e paterno.

Durante il breve periodo in cui governò a Cassine, entrò in contatto con la povertà economica e la miseria morale del popolo, e ciò lo colpì profondamente. Questa esperienza lo portò a un periodo di grande sofferenza interiore, durante il quale rinunciò a mangiare e dormire e si allontanò dagli amici, disgustato dalla vita.

Fu in quel momento che maturò in lui la vocazione religiosa e iniziò a riflettere sulla fede e il destino eterno dell’uomo. A Napoli, una predica di un zelante gesuita lo colpì profondamente e gli rivelò chiaramente la chiamata divina.

Il 24 maggio 1567, salì all’altare e divenne sacerdote. Dopo essere stato ordinato, la sua fama di santità gli procurò un costante flusso di richieste per il ministero sacerdotale, tenendolo molto occupato a Napoli. Successivamente, fu trasferito a Lecce, dove fu riconosciuto dal popolo come un sacerdote zelante e pieno di carità inesauribile.

Preferiva dedicarsi alle classi umili e sofferenti e mostrò grande pazienza persino verso gli schiavi turchi impiegati sulle galere. Nella vecchiaia, Bernardino Realino mantenne un amore profondo per la Madonna, dimostrando un’ingenuità infantile che caratterizzava la sua pietà.

Con Maria e attraverso Maria, riuscì a guidare le anime verso Dio. Tra i suoi insegnamenti sulla devozione mariana, Bernardino affermava che era una vergogna per una donna per bene non trovare il tempo di recitare il Rosario almeno tre volte alla settimana in onore della Madonna.

In un giorno particolare, i magistrati di Lecce si recarono presso la Casa dei Gesuiti per pregare il Santo, ormai vecchio e quasi paralizzato, affinché accettasse l’incarico e l’onore di essere il patrono della loro città in Paradiso.

morì a Lecce
La sua chiesa a Lecce (Foto da Instagram-riscossacristiana.it)

Bernardino Realino morì il 2 luglio 1616, all’età veneranda di 86 anni. La sua vita fu segnata dalla devozione alla Madonna e dal servizio a Dio, e il suo ricordo come santo e uomo di grande pietà e carità si è conservato nel tempo.