L’allarme dalla Russia: in arrivo una nuova Chernobyl?

Secondo l’intelligence ucraina dalla Russia sarebbe in arrivo un attacco alla centrale nucleare: può esserci il pericolo di una nuova Chernobyl?

Il presidente ucraino Vlodomyr Zelensky in un video che è stato pubblicato sui suoi profili social lo scorso 22 giugno ha lanciato un forte allarme per qualcosa di terrificante che potrebbe accadere.

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Centrale nucleare ucraina- Facebook – riscossacristiana.it

Si teme infatti un attacco terroristico da parte delle forze russe nella centrale nucleare di Zaporizhzhia che è la più grande d’Europa, la nona più grande al mondo ed eroga 950 megawatt di energia per un totale di 5700 megawat totali.

Sarebbe un evento dai danni incalcolabili. Un attacco c’è già stato, alla centrale idroelettrica di Kalkhova dove i russi hanno fatto saltare la diga e altre strutture.

Fin dall’inizio della guerra la centrale è stata considerata un’arma di aggressione da parte dei russi, finora solo come minaccia, che si spera non si traduca in realtà.

Le radiazioni che potrebbero sprigionarsi dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia avrebbero effetti devastanti e si profilerebbe una seconda Chernobyl.

Si pensa che la strategia potrebbe essere quella di causare un incidente in modo da incolpare Kiev della situazione. A diffondere questo timore è Kyrylo Budanov, il capo dell’intelligence ucraina che finora ha individuato tutti gli eventi che poi si sono verificati.

Secondo quanto afferma, ci sarebbe già stato un piccolo attacco e la centrale sarebbe già stata minata.

Possibile catastrofe nucleare o solo timore?

Budanov sostiene che siano stati già colpiti i dispositivi di raffreddamento dei radiatori. Non sono stati ancora disabilitati per evitare eventuali danni ulteriori.

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Capo dell’intelligence ucraino – Facebook – riscossacristiana.it

Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov,  però rimanda al mittente queste accuse. Il pieno controllo della centrale di Zaporizhzhia è stato preso nello scorso marzo ed è ritenuta un punto strategico importante perché, costruita tra il 1984 e il 1985 era in grado di produrre un quinto dell’energia elettrica dell’Ucraina.

La preoccupazione per un possibile disastro nucleare e trovarsi in una situazione devastante simile a quella già vissuta con Chernobyl è forte, ma da più parti arrivano rassicurazioni.

In realtà sembra che il rischio di catastrofe nucleare potrebbe essere remoto. Anche in caso di attacco i danni dovrebbero essere contenuti. 

In primo luogo infatti 5 reattori, cioè al maggior parte, sono attualmente spenti. Rientrano nella procedura del “cold shutdow” che vuol dire che seppur richiedono ancora un raffreddamento non devono essere refrigerati con le pompe.

In questa fase viene usata perciò poca energia perché l’acqua completa la refrigerazione dei reattori, ma non deve essere pompata in modo costante e ad alta potenza.

Piccole quantità potrebbero finire nell’atmosfera disperdendo radioattività. Ma la notizia confortante è che non sarebbero particolarmente pericolose.

In esse non è presente lo iodio 131, che solo nell’arco di tempo di una settimana diminuisce della metà. Non dovrebbero per questo verificarsi eventi come quello di Chernobyl o di Fukushima.

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Ministro degli Esteri russo – Facebook – riscossacristiana.it

Stando a questi dati l’allarme potrebbe non essere fondato e rientrare anche in caso di eventuale attacco. A parte questo problema rimangono tutti gli altri legati alla guerra e la necessità di un sostegno umanitario che non può mancare, come quello che la Chiesa Cattolica sta svolgendo sul territorio.