La prima lettura della liturgia di oggi, 6 luglio, è il brano della Genesi che riporta il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede.
Il brano della prima lettura che la Chiesa ci propone per il giorno di oggi, 6 luglio, è Genesi 22, 1 – 19. È il racconto della prova più grande che viene richiesta ad Abramo e della dimostrazione della sua fede, esempio per tutti.

Quello che il Signore ha chiesto a colui posto a capo del suo popolo è quanto di più grave avrebbe potuto chiedergli: la prova di fede somma, la rinuncia a ciò che di più prezioso aveva, il figlio tanto atteso e desiderato.
“Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò“, dare in sacrificio la persona che ha di più caro al mondo, quello che era stato il suo sogno, la preghiera esaudita.
Quello che fa Abramo, il suo modo di accettare la volontà di Dio e di essere pronto a compierla, di dare tutto, è la risposta di fede grande ed esemplare.
Abramo non si rifiuta, non cerca di risparmiare il proprio figlio e di evitare tutto il dolore a cui andrebbe incontro.
La fiducia ricompensata
Ha compreso qual è il vero senso del sacrificio, che vuol dire unione a Dio. Sa che il sacrificio più che atto dell’uomo è azione in cui Dio è presente, perché solo lui può rendere sacro un atto, santificare ciò che viene offerto.

Oltre alla fede ha la totale fiducia in Dio. Parte, si mette in cammino pronto a compiere ciò che gli è stato chiesto.
Lo fa con estremo dolore, ma senza esitare, con la forza della fiducia illimitata. E la fede e la fiducia di Abramo vengono ricompensate, perché il Signore al momento opportuno interviene.
“Abramo, Abramo!” gli disse l’angelo, “Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito“.
E così non è il figlio Isacco ad essere sacrificato, ma un ariete con le corna impigliate in un cespuglio. Abramo ha messo da parte se stesso, la sua volontà, i suoi desideri, i suoi sentimenti e si è fidato, ciecamente, anche senza capire, senza afferrare il perché di una prova tanto dura.
Un Dio che poteva sembrare quanto di più crudele, ma Abramo non ha avuto tentennamenti, ha creduto e si è fidato. La sua ricompensa per questo sarà grandissima.
” Perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce” è questo che gli preannuncia l’angelo.
Quando Dio chiede un sacrificio non è comprensibile il motivo e tutto appare duro e irragionevole, stralcia i nostri sentimenti. Ma la risposta della fede e della fiducia nell’amore del Padre non mancano mai di essere ricompensate.

Dio provvede e ama, sempre, e santifica quanto gli viene offerto nella piena libertà della nostra volontà, tutto quello che abbiamo da dare. Non bisogna temere, Dio chiede ma da più di quanto ci si aspetti, in ogni momento della vita.