Una domanda ricorrente è dove vanno a finire le offerte della chiesa, a chi sono destinate e perché, questo gesto, è di uso comune anche durante la celebrazione della messa.

La raccolta di denaro durante la Santa Messa ha diversi scopi. In primo luogo, viene effettuata per sostenere le spese necessarie per il funzionamento della parrocchia, come il mantenimento del luogo di culto, i servizi pastorali, le attività della comunità e altri bisogni finanziari legati alla gestione della chiesa.
Le spese possono includere il pagamento delle bollette, dei salari dei dipendenti, la manutenzione degli edifici. In secondo luogo, la raccolta di denaro durante la Messa è spesso finalizzata a sostenere le opere di carità della parrocchia.
I fondi raccolti possono essere destinati a iniziative di assistenza ai più bisognosi, come l’aiuto alle persone senza fissa dimora, l’assistenza alle famiglie in difficoltà, il sostegno a progetti di sviluppo comunitario o altre forme di aiuto sociale.
Raccolta offerte in chiesa: usanza che ha radici nel Nuovo Testamento

Infine, la raccolta di denaro durante la Messa può anche essere un modo per i fedeli di contribuire finanziariamente al sostentamento dei sacerdoti e al loro lavoro pastorale. Le donazioni dei fedeli sono una fonte di reddito per i sacerdoti e possono contribuire al loro sostentamento personale, come il vitto, l’alloggio e altre spese personali.
Il contributo versato, che va da pochi spicciole a vere e proprie donazioni, durante la Santa Messa è un’opportunità per i fedeli di dare un contributo finanziario alla loro comunità di fede, sostenere le opere di carità e contribuire al sostentamento dei sacerdoti.
Tutte le offerte raccolte per i sacerdoti in Italia vengono inviate all‘Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC) a Roma. Proprio la sede principale, si occupa di distribuire equamente i fondi per evitare disuguaglianze economiche tra i sacerdoti di parrocchie più popolose e ricche e quelli delle parrocchie meno abitate e quindi più povere.
In questo modo, si cerca di garantire che i sacerdoti abbiano accesso a un ausilio adeguato, indipendentemente dalle caratteristiche economiche della loro parrocchia. Si fa memoria della condivisione e della responsabilità come aiuto solidale.
L’usanza di raccogliere denaro durante la celebrazione della Santa Messa ha radici antiche nella tradizione cristiana. Non esiste una data specifica per l’origine di questa pratica, in quanto è stata gradualmente sviluppata nel corso dei secoli.
Nel Nuovo Testamento della Santa Bibbia, si fa riferimento a offerte e donazioni dei fedeli per sostenere le necessità della società. Nelle prime comunità cristiane, si praticava la condivisione dei beni, in cui i membri della cittadina, donavano volontariamente i loro beni per aiutare coloro che erano in maggiore bisogno.

Col passare del tempo, l’uso di raccogliere denaro mentre si celebra, si è consolidato come pratica comune nelle chiese cattoliche e in molte altre denominazioni cristiane. Durante la Messa, i fedeli vengono invitati a fare offerte monetarie come segno di gratitudine verso Dio e per sostenere le necessità della Chiesa e delle opere di carità.