Vangeli apocrifi, differenze con i canonici. Perché non fanno parte dei racconti della Sacra Bibbia? Cosa contengono di rilevante?

La Sacra Tradizione, la predicazione apostolica, la presenza costante dello Spirito Santo e le verità dogmatiche di fede, sono “ingredienti” essenziali su cui si basa la veridicità di un testo biblico. Ai parla spesso dei Vangeli apocrifi, hanno differenze con i canonici? Cosa trattano?
Ripercorrere la storia dei Vangeli Apocrifi può essere interessante per comprendere la loro natura e la differenza con i Vangeli canonici. Il termine “apocrifo” indica un testo non incluso nel canone ufficiale dei libri sacri, riconosciuti come autentici, passati sotto il rigore del Magistero della chiesa.
Matteo, Marco, Luca e Giovanni sono considerati parte della rivelazione divina e, i loro testi, hanno un’importanza teologica centrale all’interno del cristianesimo. Sono ritenuti “Parola di Dio” e contengono la narrazione degli insegnamenti di Gesù Cristo, la sua vita, la sua morte e la sua risurrezione.
Differenza tra vangeli canonici e apocrifi: sacro confronto tra tradizione e racconti

I Vangeli sono stati accettati e inclusi nel canone della Bibbia a seguito di un processo di discernimento e autorità ecclesiastica. Si basano sulla testimonianza della manifestazione di Dio in Pare e in Figlio. Gli Apocrifi, sono una collezione di testi che offrono una prospettiva alternativa o complementare sulla vita di Gesù Cristo.
Possono includere nuovi racconti, detti o tradizioni attribuiti a Gesù o ai suoi discepoli. A causa della loro origine, autenticità dubbiosa o discrepanze teologiche rispetto ai Vangeli canonici, non sono stati inclusi nel canone ufficiale.
Studiare i Vangeli Apocrifi può fornire una visione più ampia del panorama religioso e delle diverse concezioni e interpretazioni presenti nelle comunità cristiane dell’epoca. E’ importante riconoscere che, dal punto di vista teologico, non hanno lo stesso peso e autorità dei canonici, nella maggior parte delle tradizioni cristiane.
E’ proprio questa la principale differenza tra gli Apocrifi e quelli menzionati negli scritti degli apostoli: la loro autorità e la loro inclusione nei canoni ufficiali delle Scritture. La Dei Verbum, uno dei principali documenti del Concilio Vaticano II, dichiara:
“…la sacra Scrittura è parola di Dio in quanto consegnata per iscritto per ispirazione dello Spirito divino; quanto alla sacra Tradizione, essa trasmette integralmente la parola di Dio affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli apostoli e ai loro successori”.
I libri scritti dagli apostoli, che fanno parte del Nuovo Testamento della Bibbia cristiana, sono considerati come parte della Rivelazione divina e sono accettati come autorevoli e sacri. I testi apocrifi possono essere considerati importanti da un punto di vista storico, letterario o culturale.
La stesura dei Vangeli canonici sussiste dall’epoca apostolica, quelli apocrifi in data posteriore anche verso il secondo secolo d.C. Tra i testi non riconosciuti ci sono il vangelo di Giuda, di Maria Maddalena, di Tommaso, di Pietro e anche uno riguardante l’infanzia, in parole un po’ favolistiche, di Gesù piccolo.
Un frammento significativo del vangelo apocrifo di San Pietro, scoperto in Egitto nel 1887, presenta una descrizione della Passione di Gesù con una chiara discolpa nei confronti di Ponzio Pilato, il governatore romano coinvolto nella condanna di Gesù.

Dettaglio particolare che rende difficile attribuire la paternità al primo Papa, San Pietro. L’unica regola, per non cadere in errore, è sempre quella di seguire i testi avallati dal Magistero della chiesa.