Concetto chiave nel pontificato di Papa Francesco, il discernimento è preso da Sant’Ignazio di Loyola: ecco di cosa si tratta.
Fin dall’inizio della sua attività di Pontefice, Papa Francesco ha posto molto in evidenza il discernimento come atteggiamento importante per districarsi nelle trame della vita.

Da gesuita l’impianto del suo pensiero ha la forte impronta di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù.
Il Santo Padre ha condotto una serie di catechesi proprio sul discernimento, tenute tra l’agosto 2022 e il gennaio 2023, che sono state raccolte in un libro dal titolo Sul discernimento con la prefazione di padre Antonio Spadaro.
Papa Francesco è convinto che la Chiesa debba crescere per quanto riguarda la capacità di discernimento spirituale.
Punta molto sulla formazione sacerdotale per rendere i sacerdoti capaci di sviluppare questo atteggiamento e non agire in base a teorie astratte.
Per accompagnare i fedeli, secondo il Papa, è necessario discernere le situazioni nella loro concretezza e specificità. “Nella vita non è tutto nero su bianco o bianco su nero. No! Nella vita prevalgono le sfumature di grigio. Occorre allora insegnare a discernere in questo grigio” ha affermato in un’occasione per spiegare come bisogna discernere caso per caso.
Discernimento come strumento di lotta in Papa Francesco e in Sant’Ignazio
Per Sant’Ignazio di Loyola, ideatore degli Esercizi Spirituali, il discernimento è un elemento estremamente importante ed è l’aiuto a riconoscere i segni con i quali il Signore si lascia incontrare nelle condizioni e situazioni più impreviste, belle e spiacevoli.

Significa conoscere e comprendere con il potere dello Spirito Santo che deve essere richiesto e invocato. C’è certamente una presa di coscienza di sè, del modo in cui Dio agisce nella propria vita e del modo in cui si viene tentati.
Papa Francesco ha definito il discernimento “uno strumento di lotta“, un elemento essenziale nel combattimento spirituale.
“Quando, nel seguire il Signore, mancano la lotta o la vigilanza, subentra spesso una latente tentazione di idolatria: quella di rendere i doni del Signore o il Signore stesso un oggetto riducibile alle nostre categorie egoistiche” specifica il Santo Padre.
Con il discernimento si lascia l’autoreferenzialità, l’attenzione troppo puntata su se stessi focalizzandosi sulle proprie categorie egoistiche in cui inserire Dio.
Discernere è invece “riconoscere nelle nostre tracce umane le orme di Dio” sottolinea il Pontefice. Come insegna San Paolo in Ef 5,8-17 l’invito è ad esaminare “di esaminare ciò che è gradito al Signore“.
Anche nella Prima lettera di Giovanni (4,1) c’è un preciso riferimento a questo: “Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio“.
Imparando a discernere si può comprendere tutto ciò che ci avvicina a lui e quello che invece ci allontana. Sant’Ignazio nel percorso degli Esercizi Spirituali indica un confronto tra la persona che si autoesamina e il suo rapporto con Dio nelle pieghe più intime e profonde.
Formulato attraverso le “regole per il discernimento” si impara ad acquistare quella sapienza che fa capire e distinguere per orientarsi a Dio e distogliere da ogni cosa è deviante da lui.

Nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma si può andare sulle orme di questo grande Santo e respirare l’atmosfera che viene dai suoi insegnamenti, oltre ad ammirare le meraviglie artistiche presenti, capolavori indiscussi dell’arte italiana.