Sono diversi gli avvistamenti di squali che si sono verificati in quest’ultimo periodo in Sicilia. Ecco dove sono stati visti gli esemplari.
Molte persone sono terrorizzate all’idea di poter incontrare uno squalo. In certe zone durante la stagione estiva può capitare nuotando di imbattersi in grossi animali di questo tipo.

In Sicilia ci sono stati ben quattro avvistamenti di squali ed esemplari simili. Non si è verificato nessun problema, i grossi pesci sono solo stati visti e segnalati alle autorità competenti.
Il primo avvistamento è stato a Messina, nel tratto di mare di fronte alla spiaggia di Oliveri. Lì un uomo mentre stava nuotando ha incontrato una verdesca e che è arrivata a pochi metri da lui.
Qualche giorno dopo sulla riva della spiaggia libera di Fondachello a Santa Flavia in provincia di Palermo, è stato visto uno squalo azzurro.
C’è stato poi un avvistamento sempre di uno squalo azzurro sul litorale di Casteldaccia vicino Palermo. Ma anche in provincia di Catania alcune barche a largo si sono imbattute in una verdesca.
Questo genere di incontri generea sempre apprensione e paura nei bagnanti, ma a quanto dicono gli esperti non c’è da aver paura.
Il pericolo degli squali e cosa fare in caso di avvistamento
Gli esperti affermano che la presenza degli squali nei mari è indice di una buona salute degli stessi per cui questo è sicuramente un buon segno.

Per quanto riguarda il timore di un incontro ravvicinato si può stare abbastanza tranquilli e non preoccuparsi eccessivamente.
Infatti, come riferisce il biologo marino Marco Toccaceli, gli squali possono diventare pericolosi solo se hanno paura.
Altrimenti temono l’uomo e tendono a fuggire quando lo incontrano. Attaccano solo se sono spaventati per cui è meglio mantenere la calma e dimostrarsi sereni.
Il modo migliore di comportarsi è tornare a riva senza agitarsi per non trasmettere ansia all’animale che in quel caso potrebbe sentirsi attaccato e aggredire.
Una volta raggiunto un posto sicuro bisogna chiamare il 1530 e segnalare l’avvistamento o l’incontro. Secondo lo studioso il panico è alimentato da foto e video che girano sul web ed è un fenomeno che si verifica solo da pochi anni.
Prima anche se si incontrava uno squalo non si pensava a fotografarlo o filmarlo e a diffondere in rete sui social le immagini che scatenano una reazione di panico.
C’è poi la questione che riguarda un nesso della presenza di questi grandi animali nei mari con il cambiamento climatico.
In realtà, spiega il biologo, non sarebbe questa la motivazione in questo caso. Altra questione, influenzata proprio dall’innalzamento delle temperature e dal surriscaldamento delle acque è la presenza sempre più frequente di pesci scorpione.

Quelli sì che sono più pericolosi perché la loro puntura può arrivare ad essere letale. Di recente anche i pesci scorpione sono stati avvistati nel mare del Sud Italia, nello specifico in Calabria.