Il 12 luglio è la memoria liturgica dei Santi Ermagora e Fortunato di Aquileia. Le loro storie si intrecciano fino al martirio.
Vissuti nel III secolo, il culto di queste due figure è antichissimo: il protovescovo Ermagora e il diacono Fortunato sono i santi protettori del Friuli, dell’arcidiocesi di Gorizia e di quella di Udine, ma anche di molte altre località.

Con fondamenti storici Ermagora risulta il primo vescovo nel catalogo episcopale di Aquileia. Non si hanno però molte notizie sulla sua vita, le pochissime rimaste sono incerte e avvolte nella leggenda.
Le storie su di lui risalgono all’ VIII secolo. Una narra che l’evangelista Marco inviato da San Pietro per evangelizzare quando giunse ad Aquileia incontrò Ermagora e in seguito alla sua predicazione questi si convertì al cristianesimo.
Subito dopo diventò vescovo della città. Il racconto però collocherebbe ovviamente Ermagora in un periodo antecedente al secolo in cui invece altre fonti attestano che sia vissuto.
Nel martirologio romano Ermagora è ricordato insieme con il diacono Fortunato ed entrambi risulterebbero martiri, morti a seguito di persecuzione dei cristiani.
Entrambi sono menzionati da Venanzio Fortunato nel VI secolo che li ricorda nei Miscellanea.
La leggenda e il culto
Pur con scarsa attendibilità storica la leggenda che vede coinvolto Marco nella conversione di Ermagora è l’unica fonte da cui si attingono notizie e riferimenti a questi Santi.

Si presenta la figura di Eermagora come “uomo di salda fede e persona corretta” e si narra che dopo la sua ordinazione episcopale si dedicò alla predicazione, battezzando e compiendo miracoli oltre a formare sacerdoti e diaconi e ad avviare missioni di evangelizzazione.
Fu accusato di sedurre il popolo con la nuova religione e di allontanare la gente dai templi degli dei romani. Per questo fu arrestato e gli fu intimato di abiurare e di offrire pubblicamente sacrifici agli dei pagani.
Ma lui rifiutò di rinnegare il Signore e fu condannato e torturato. Si racconta che la sua forza nel sopportare le torture impietosì il popolo che chiedeva a gran voce che i torturatori si fermassero.
Anche in prigione continuava a proclamare il Vangelo e il suo carceriere si convertì e chiede di essere battezzato.
Sempre in carcere compì anche esorcismi e guarigioni e infine dopo esser stato condannato alla pena capitale fu ucciso per decapitazione insieme al diacono Fortunato di cui non si hanno notizie, se non che morì martire insieme ad Ermagora.
Il culto a questi due Santi martiri si consolida ad Aquileia con il patriarca Poppone poco dopo l’anno mille e a loro fu dedicata la Basilica Patriarcale di Aquileia.
Le reliquie dei due santi vennero successivamente trasferite e nel 1751 furono traslate a Gorizia.

Altre figure di martiri dei primi secoli ricordate in questi giorni sono le Sante Rufina e Seconda la cui memoria liturgica cade sempre nel mese di luglio, il 10.