Bambino nato senza occhi: la storia di Mouhamed

 La storia del bambino nato senza occhi: Mouhamed preso in cura dall’equipe di una clinica specializzata di Roma. Un nuovo modo di interagire in comunione e sorprendere la vita.

famiglia senegalese
Bimbo nato senza occhi(Canva-riscossacristiana.it)

E’ una storia triste quella di Mouhamed: il bambino è nato senza occhi. Grazie ad una commovente lettera scritta da un padre disperato e innamoratissimo del figlio, si è mobilitato l’Assistenza Internazionale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Tutto merito del l’illustre medico, il dottor Bartuli che ha anche attivato il programma umanitario dell’Ospedale della Santa Sede per fornire le cure necessarie al bambino. Mouhamed ha potuto ricevere gli accertamenti medici necessari e le cure di cui la sua famiglia non era in grado di sostenere finanziariamente.

Il coinvolgimento del programma umanitario dell’Ospedale della Santa Sede mette in evidenza la volontà di fornire assistenza sanitaria anche a coloro che non hanno accesso alle cure necessarie a causa di limitazioni finanziarie o di altre circostanze.

Roma si mobilita per Mouhamed: il bambino nato senza occhi

protesi occhi
Sala operatoria(Canva-riscossacristiana.it)

La dottoressa Alessandra Modugno, oculista e direttrice di Ocularistica italiana, ha svolto un ruolo determinante nel fornire assistenza a Mouhamed. Essendo specializzata nella produzione di protesi oculari per bambini affetti da malformazioni congenite, ha compreso immediatamente le necessità.

Ha coinvolto l’Associazione KIM, in particolare il coordinatore Corrado Roda, per fornire supporto logistico durante il periodo di visite presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

La famiglia di Mouhamed, senegalese di origine, è stata accolta e assistita durante il periodo necessario per svolgere le visite di approfondimento presso l’ospedale. I genitori sono arrivati a Roma il 1° marzo scorso e il bambino ha ricevuto tutta l’assistenza sanitaria necessaria.

Il gruppo di lavoro, in collaborazione con la UOC di Oculistica, si avvale di una rete di competenze integrate per offrire ai bambini la migliore assistenza possibile. La collaborazione con esperti esterni come la dottoressa Modugno, specializzata nella produzione di protesi oculari, è un ulteriore contributo alla cura e al supporto dei pazienti.

La specialista in oculistica, fornisce una spiegazione sulla patologia dell’anoftalmia, che comporta la mancanza completa di formazione e sviluppo delle vescicole ottiche o la loro degenerazione.

Durante lo sviluppo fetale, i bulbi oculari si formano come un’estroflessione del cervello, il che implica che il trapianto dell’occhio non sia possibile. Pertanto, le protesi oculari sono l’opzione per sostituire l’assenza dei bulbi oculari.

Nel caso di Mouhamed, sono state applicate protesi oculari di dimensioni progressive per espandere gradualmente la cavità in cui mancano gli occhi. Dopo questa prima fase di trattamento, insieme alla madre, è tornato a Milano per ricongiungersi con il padre.

Il piccolo non potrà mai recuperare la vista e dovrà continuare un percorso di riabilitazione. Le protesi oculari, nonostante, possono consentire a molte persone di comunicare le proprie emozioni attraverso lo sguardo, il che dimostra che questi dispositivi hanno raggiunto un’alta qualità estetica.

Mouhamed arriva dal Senegal
Protesi agli occhi(Canva-riscossacristiana.it)

La storia del senegalese, evidenzia come le protesi oculari possano fornire una soluzione estetica e funzionale per coloro che affrontano l’anoftalmia. Pur non permettendo il recupero della vista, consentono alle persone di esprimere le loro emozioni e migliorare la loro interazione sociale.

Mouhamed ora avrà una vita tranquilla nella società.