Le altissime temperature dell’ondata di caldo di questi giorni si sono rivelate letali per un uomo di 44 anni morto in autostrada.
La seconda settimana di luglio si è aperta all’insegna di una forte ondata di caldo causata dall’anticiclone africano che ha colpito da Nord a Sud tutta l’Italia con temperature elevate e tassi di umidità altissimi.

Era un giovane uomo di 44 anni e stava lavorando nell’autostrada della zona Vecchia Cremonese vicino Lodi dove stava tracciando la segnaletica stradale.
L’operaio, ieri 11 luglio, stava lavorando in pieno giorno quando poco prima di mezzogiorno ha avvertito un malore. È stato subito chiamato il 118 e i soccorritori appena arrivati con l’automedica e l’ambulanza hanno tentato di soccorrerlo ma il trasporto in ospedale non è servito: è morto.
Sembra che a causare il malore sia stato proprio il caldo eccessivo che si sta vivendo in questi giorni. Le temperature sono oltre i 35° in tutta Italia e in alcune città sfiorano i 40°.
Ad alzare il livello di pericolo e di quanto può essere sopportato dal corpo umano è il livello di temperatura realmente percepita che agli effettivi gradi centigradi somma il tasso di umidità facendo alzare anche di diversi gradi quella che si avverte.
Le reazioni e il pericolo di un caldo così forte
“Non si può morire sul lavoro, non si può morire per il troppo caldo. In questi giorni siamo di fronte ad un’ondata di caldo anomalo e a livelli insopportabili. Forse è il caso che nelle ore più torride vengano presi tutti gli accorgimenti utili ad evitare tragedie come quella accaduta oggi a Lodi” è stata la dichiarazione di Nicola Fratoianni segretario nazionale di Sinistra Italiana.

Il livello di sopportazione è al limite, nelle ore centrali della giornata si raggiungono picchi troppo rischiosi per la salute. I giusti accorgimenti e le opportune precauzioni sono doverose per scongiurare che possano accadere eventi di questo tipo.
Il clima può diventare, come dimostra questo caso, la causa di incidenti e portare anche alla morte. Per quanto riguarda il lavoro all’aperto sicuramente devono essere messe in atto misure di salvaguardia e tutela della salute.
Il cambiamento climatico e il problema del surriscaldamento globale fanno sì che ormai le estati si susseguono con caldo torrido e cappa d’afa che non lasciano scampo e sono davvero molto difficili da affrontare.
La si può definire la sfida dell’estate: trovare tutti i modi possibili per superarla e subire al minimo i contraccolpi.
Se nei decenni passati c’era l’anticiclone delle Azzorre a dominare sul nostro Paese con temperature miti ed escursioni termiche per cui al calar del sole arrivava un venticello ristoratore che rendeva tutto piacevole ed accettabile, adesso non è più così.
Le ondate di anticicloni provenienti dall’Africa sono sempre più frequenti e di durata prolungata. Le notti sono tropicali con il tasso di umidità che tende ad aumentare proprio nelle ore notturne rendendo l’aria irrespirabile.

Se non ci sarà un’inversione di tendenza il mood previsto sarà questo anche per gli anni a venire, causa anche del collasso degli ecosistemi con gli enormi danni che questo comporta.