Enrico Imperatore: rimane un esempio di leadership spirituale e di impegno per la difesa dei valori religiosi. La sua onomastica è il giorno 13 luglio.

Enrico Imperatore è il santo del 13 luglio , fu un sovrano tedesco del Sacro Romano Impero. Nato nel 973, salì al trono nel 1002 e regnò fino alla sua morte nel 1024. E’ noto per aver promosso la riforma della Chiesa e per aver sostenuto l’espansione del cristianesimo nel suo regno.
Ha lavorato a stretto contatto con i vescovi e ha promosso l’istituzione di nuove diocesi. Ha anche favorito la fondazione di monasteri e ha sostenuto la vita religiosa. Enrico Imperatore, santo del 13 luglio, è considerato una virtù della Chiesa cattolica.
È venerato per la sua pietà e per la sua integrità morale durante il suo regno. Dopo la sua morte, è stato canonizzato nel 1146 dal Papa Eugenio III. La sua dedizione all’umiltà e alla giustizia, così come la sua volontà di servire Dio e il benessere dei suoi sudditi, sono attributi ammirevoli. La sua scelta di mantenere la castità nel matrimonio è un esempio di devozione.
Preghiera e restauro delle chiese nella priorità di Enrico Imperatore, santo del 13 luglio

Sant’Enrico II è un modello di re e imperatore che unisce la spiritualità e il dovere verso il suo popolo. La sua santità è stata riconosciuta e venerata dalla Chiesa cattolica, che lo ha canonizzato.
Nonostante la sua reputazione temuta e rispettata in campo militare, il devoto ha sempre posto una grande importanza alla preghiera prima delle battaglie. Questa pratica riflette la sua fede profonda e il suo desiderio di cercare la volontà di Dio anche in situazioni di conflitto.
La sua vittoria, sulla minaccia greca, che si alleava con i Turchi, dimostra il suo impegno per la difesa della cristianità e della Chiesa. Il suo sostegno finanziario per l’edificazione di cattedrali, il restauro delle chiese danneggiate e la fondazione di istituti di carità, evidenziano la sua generosità e la sua preoccupazione per il benessere spirituale e materiale della sua popolazione.
La sua influenza si estese anche oltre i confini del suo regno, poiché riuscì a convertire il re Stefano di Boemia, portando così l’intera nazione alla fede cattolica. Sant’Enrico II rimane un esempio di leadership spirituale e di impegno per la difesa dei valori religiosi.
Sebbene echeggiasse la sua grandezza terrena, Sant’Enrico sentiva un desiderio profondo di servire unicamente a Dio. La sua ricerca di una vita monastica testimonia la sua aspirazione a una consacrazione totale e al servizio divino,
Ardiva ad entrare in un monastero; l’abate Riccardo di Verdun, riconoscendo l’importanza delle opere benefiche di Sant’Enrico verso il popolo, non glielo permise. Sant’Enrico rispose con umiltà e sottomissione all’obbedienza e tornò alla reggia per continuare il suo regno.
La sua pazienza e la sua accettazione delle prove, come la contrazione di una coscia che lo rese zoppo per tutta la vita, dimostrano la sua rassegnazione esemplare e la sua fiducia in Dio anche nelle avversità.

Enrico imperatore II morì a Grône il 13 luglio 1024, circondato da nobili dell’impero e molti vescovi. Il suo corpo fu sepolto nella chiesa di Bamberga, e fu canonizzato da Papa Eugenio III nel 1145. La sua vita e il suo esempio di santità continuano a ispirare le persone fino ad oggi.