17 luglio: il ricordo di Sant’Alessio mendicante

Ricordato dalla Chiesa il 17 luglio, Sant’Alessio ha il titolo di mendicante ed è una figura romana dei primi secoli.

Figlio di un nobile romano di nome Eufemiano, Alessio visse nel IV secolo. Suo padre aveva un importante ruolo alla corte dell’imperatore e possedeva molte ricchezze.

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Sant’ Alessio – Facebook – riscossacristiana.it

Alessio quindi viveva negli agi e circondato dalla servitù a cui venivano pure dati vestiti di seta e cinture d’oro.

Pur possedendo tante ricchezze però quando diventa cristiano cambia vita dimostrando doti di grande generosità e si dedicava all’aiuto dei poveri, di vedove ed orfani.

Figlio unico dei suoi genitori, Eufemiano ed Egle, che lo avevano avuto in tarda età, rifiutò il matrimonio con una nobile ragazza che loro gli avevano preparato.

Fuggì al mare la sera prima delle nozze e raggiunse la città di Edessa in Asia Minore dove inizò a vivere in povertà.

Le notizie circa la sua storia sono incerte e lacunose e soprattutto tratte da racconti talvolta avvolti da un’aura leggendaria.

Viveva sotto il portico della chiesa dedicata alla Vergine Maria e chiedeva l’elemosina. Ma di quello che riceveva non teneva tutto per sè, una parte la dava ad altri bisognosi.

Il padre lo fece cercare dai suoi servi che andarono anche nella città in cui si trovava, ma si era così tanto trasformato che non lo riconobbero.

La vita da mendicante di Sant’Alessio

Fu creduto morto e continuò la sua vita lontano dalla sua casa per diciotto anni. Quando dopo tanto tempo ritornò a Roma e andò nella casa paterna si finse un povero pellegrino. 

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Sant’ Alessio – Facebook – riscossacristiana.it

Nessuno lo riconobbe, fu ospitato nel sottoscala del palazzo e lì proseguì a vivere per altri diciassette anni. Prima di morire però lasciò scritto chi era e attese che la morte arrivasse.

A Roma, nella basilica inferiore di San Clemente ci sono alcuni dipinti del XI secolo che riportano una variante della vita di Sant’Alessio, risalente alla tradizione greco-romana che narra tutto questo.

Quando morì si racconta che si udì una voce dal Cielo che diceva: “Cercate l’uomo di Dio, che preghi per la città di Roma! Cercate nel monte Aventino, in casa di Eufemiano“.

Tutti si misero a cercare, compreso suo padre e l’imperatore. Trovarono questo povero pellegrino morto nel sottoscala e la lettera che egli lasciò in quale rivelava chi fosse.

L’iconografia raffigura Sant’Alessio sempre giovane nel momento della sua morte o in stato di estasi. Gli vengono attribuiti la croce come simbolo della sua fede e un foglio di carta che rappresenta la confessione che scrisse rivelando la sua identità.

Ieri come oggi i poveri sono sempre presenti e in particolare nel nostro Paese si parla di una nuova categoria di bisognosi definita appunto i “nuovi poveri”.

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Chiesa di Sant’Alessio a Roma – Facebook – riscossacristiana.it

A Roma, sul colle Aventino si trova la chiesa di Sant’Alessio, che sembra sia stata edificata sopra il luogo in cui lui, secondo la tradizione, ha vissuto e quindi la casa di suo padre Eufemiano.