Situazione drammatica in Uruguay: è emergenza acqua potabile. Il 50% della popolazione rimane senza. Si analizzano le cause.
In totale sono circa 3 milioni e mezzo gli abitanti dell’Uruguay e si calcola che metà della popolazione non abbia accesso all’acqua potabile.

Un’emergenza estremamente grave causata dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, dal surriscaldamento e dal problema della siccità.
Si tratta infatti dell’effetto peggiore provocato dalla siccità negli ultimi 75 anni nel Paese sudamericano che ha visto prosciugate quasi totalemente tutte le sue risorse idriche.
La zona della capitale, Montevideo, è fortemente interessata dal dramma, come riferito dal quotidiano The Guardian.
Sembra che siano stati ignorati gli avvisi di pericolo emergenza idrica da parte del governo guidato da Luis Lacalle Pou.
Non è stato tenuto conto della limitatezza delle scorte di acqua potabile e adesso la situazione, che il governo ha ritenuto falsamente catastrofica, presenta il suo conto.
Possibili soluzioni per arginare il problema idrico
Solo due mesi fa, a maggio, l’Ose, la società che gestisce la fornitura d’acqua ha cercato di porre rimedio alla situazione incanalando all’interno delle dighe l’acqua salata che proviene dal Rio de la Plata.

Una soluzione non efficace e che può rivelarsi anche pericolosa in quanto ha aumentato i livelli di sodio e di di cloruri oltre il limite consentito dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Le autorità locali ritengono che questa temporanea soluzione non sia pericolosa per la maggior parte della popolazione, ma solo per le persone in situazioni di più grande vulnerabilità come gli ammalati, gli anziani, le donne in gravidanza e i bambini.
Queste categorie sono invitate a non bere l’acqua che arriva nelle case. Il governo ha intenzione di ditribuire gratuitamente acqua potabile in bottiglia a oltre 500 mila persone e tutti coloro che vogliono acquistarla saranno esentati dalle tasse su di essa.
La situazione è allarmante anche perchè secondo le previsioni dei metereologi le prossime piogge in Uruguay potrebbero cadere non prima di settembre.
Quasi due mesi di caldo torrido e siccità quindi ancora davanti non può che acuire il problema: si prevede un’emergenza lunga e pericolosa.
Intanto, l’Onu attraverso un gruppo di studi sui diritti umani raccomanda di rivedere i piani di distribuzione dell’acqua consentendola solo per il consumo umano e limitando o evitando quello industriale, che è il maggiore. Il consumo umano infatti si ferma al 5% del totale.

I cambiamenti climatici oltre al dramma della siccità e in parte anche collegato ad essa, stanno causando anche il collasso degli ecostistemi, generando l’allarme tra gli esperti che fanno previsioni per niente incoraggianti.