L’incendio che distrusse la Basilica di San Paolo

In questi giorni ricorre l’anniversario dell’incendio che duecento anni fa colpì la Basilica di San Paolo a Roma.

Era la notte tra il 15 e il 16 luglio 1823 quando un imponente incendio devastò la basilica papale di San Paolo a Roma per cui fu necessaria una lunga ricostruzione.

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Interno della Basilica di San Paolo fuori le mura – Facebook – riscossacristiana.it

La causa furono delle piccole braci che erano state accidentalmente lasciate accese sul tetto della chiesa. L’incendio provocò il crollo di ampie parti della basilica e per ricostruirla ci vollero ben 30 anni. 

Riconsacrata da Papa Pio IX nel 1854 la chiesa riprese il suo splendore, ma l’evento è ricordato tuttora e in particolare quest’anno dal momento che ricorre l’anniversario dei duecento anni.

Il tetto della basilica non era in buono stato e le grondaie erano malmesse. Le piogge che si erano protratte per tutta la primavera avevano aggravato la situazione e bisognava ripararle in vista del successivo autunno e delle piogge che ci sarebbero state di nuovo.

Per questo motivo i monaci della Basilica in quei giorni d’estate avevano incaricato degli operai di procedere ai lavori di riparazione.

Accadde che alcuni stagnari, cioè esperti di idraulica e di saldatura a fine giornata avevano lasciato gli attrezzi da lavoro e avevano spento su di un braciere i mozziconi di brace usati per lavorare. Ma qualcuno non è stato spento bene e così poco alla volta divampa l’incendio.

La dinamica e la ricostruzione

I monaci che abitano nel monastero accanto alla basilica erano quasi tutti via. Per il periodo estivo si allontanavano dalla campagna ostiense che era abbastanza malsana per il caldo e si trasferivano a Trastevere nel palazzo di San Callisto.

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Chiostro della Basilica di San Paolo fuori le mura – Facebook- riscossacristiana.it

Sotto le mura quella sera passava un uomo di nome Giuseppe Perna che stava pascolando le mucche. Sente un boato e vede la basilica avvolta dalla fiamme.

Due chierici che si erano contemporaneamente accorti del fatto salgono sul campanile e cominciano a suonare le campane per dare l’allarme.

Arrivano i pompieri della caserma di Sant’Ignazio, ma i mezzi dell’epoca e il tempo impiegato per arrivare certo non agevolano la situazione.

Riescono a smorzare l’incendio e salvare così parte del monastero attorno al quale erano arrivate le fiamme, ma l’incendio si protrae per oltre 5 ore distruggendo di fatto la basilica.

Era risultata liquefatta la porta in bronzo di Costantino e le colonne in parte erano venute già e quelle rimaste erano fatiscenti e pericolanti.

Anche gli arredi sacri, i mosaici e i ritratti dei Pontefici sono stati tutti rovinati. Solo il transetto è rimasto integro e il ciborio medievale, capolavoro di Arnolfo di Cambio.

Hanno restistito anche l’arco trionfale, il chiostro interno e dentro la chiesa l’abside, rimasti semplicemente anneriti.

Per fissare la memoria dell’evento accorrono alcuni artisti che ritraggono le rovine, non essendoci all’epoca la fotografia.

Sarà Papa Leone XII a far avviare i lavori di ricostruzione ridando nuova vita alla Basilica paolina. Per sostenere economicamente i lavoro viene chiamata a raccolta tutta la cristianità e i contributo giungono anche al di fuori del mondo cattolico.

Saranno le case regnanti a fornire gli aiuti più cospicui e i lavori dureranno fino al 1854 anno in cui la basilica tornerà ad essere attiva dopo esser stata riconsacrata il 10 dicembre 1854 pochi giorni dopo la proclamazione del dogna dell’Immacolata Concezione. 

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Interno della Basilica di San Paolo fuori le mura – Facebook – riscossacristiana.it

Dedicata a San Paolo la Basilica di San Paolo fuori le mura è al seconda per grandezza dopo quella di San Pietro e sorge sulla via Ostiense vicino alla riva sinistra del Tevere.