Padre Chiera: ascoltiamo il grido dei figli non amati

Dare attenzione agli ultimi, agli abbandonati: è quello che fa padre Chiera nella sua missione in Brasile.

Il piemontese padre Renato Chiera, di donum fidei, vive da 45 anni in Brasile per aiutare i più bisognosi, le persone che si trovano proprio ai margini, quelli che non interessano a nessuno.

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Padre Renato Chiera – Facebook – riscossacristiana.it

Vengono chiamati “meninos de rua” i  “figli amati da nessuno“: sono in genere ragazzi rifiutati e abbandonati, soli e allo sbando.

Negli anni ha fondato la Casa do Menor, ispirandosi a mons. Luigi Bettazzi, scomparso proprio pochi giorni fa.

La sua opera missionaria si è svolta prima a Rio de Janeiro, poi a Fortaleza, ma anche in altre città del Brasile.

Il sacerdote, che ha da poco compiuto 80 anni, è sempre stato convinto che l’amore possa sanare qualsiasi ferita e che tutte le storie, anche le più drammatiche e avvolte nella disperazione, possano avere una rinascita animata dalla speranza.

La Casa do Menor è stata fondata il 12 ottobre 1986 nel giorno della Madonna di Aparecida che è la patrona del Brasile.

Sono 5 mila i bambini e i ragazzi seguiti nelle varie realtà, e ultimamente anche nella nuova missione della sua opera che si è stabilita in Africa, nella Guinea Bissau.

Chi sono i figli non amati e come salvarli

I bambini e ragazzi di cui si prende cura padre Chiera hanno storie di sofferenza fina dalla loro nascita che in Occidente non si riesce neanche a immaginare. 

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Padre Renato Chiera – Facebook – riscossacristiana.it

Abbandonati o traumatizzati dai genitori, vivono in condizioni di estremo disagio e il loro bisogno affettivo è enorme.

Hanno ferite profondissime e un vuoto che deve essere colmato. Vivono per strada, ai margini della società. Solo l’amore può aiutarli, solo l’amore può trasformarli e ridargli vita e speranza.

Il modo di evangelizzare di padre Chiera passa non dalle parole ma dai gesti, dal trasmettere amore con la presenza e la vicinanza. 

Solo vivendo la presenza di Dio la si può trasmettere agli altri. “Questo Gesù che è in me ama, trasforma queste persone! Io ho imparato a convivere con il “negativo”, perché noi siamo capaci di accettare tante cose se hanno un senso: conviviamo con il dolore, con il “negativo” se questo ha un senso e Gesù ha dato un senso, perché attraverso la croce ha generato vita” afferma padre Chiera spegando come si fa ad aiutare realmente questi ragazzi.

Per molti di loro c’è da attraversare anche il percorso del perdono. Devono riuscire a perdonare i genitori e sostituire la rabbia e l’odio con l’amore.

Sentire l’amore di Dio porta in questa direzione. Solo in Lui possono essere eliminati i sentimenti negativi e può sorgere una vita piena e serena.

Un fenomeno interessante è quello delle vocazioni nate in questi ragazzi che hanno vissuto esperienze di sofferenza inimmaginabile.

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Padre Renato Chiera – Facebook – riscossacristiana.it

Eppure ci sono, e sorprendono anche lo stesso padre Chiera che osserva felicemente stupito come se viene dato amore avvengono trasformazioni profonde e vitali.