Santo del giorno 18 luglio: Arnolfo di Metz Vescovo

Vescovo e asceta, Arnolfo di Metz vive a cavallo tra il VI il VII secolo e la sua memoria liturgica cade il 18 luglio.

Le notizia sulla vita di Sant’ Arnolfo di Metz sono incerte e lacunose, con dei tratti leggendari. Ma nella ricostruzione della sua figura si sa per certo che nacque da una famiglia aristocratica.

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Sant’Arnolfo di Metz – Facebook – riscossacristiana.it

Si sposò con una ragazza di nobile casato ed evve due figli. Arnolfo entrò al servizio della corte di Austrasia sotto Brunechilde e poi Teodeberto.

Di lui si sa che era un cristiano molto fervente dopo esser venuto in contatto con dei missionari iralndesi che che in quel periodo svolgevano attività di predicazione.

Pur essendo sposato e non essendo sacerdote fu acclamato vescovo di Metz. All’epoca non vigeva una stretta osservanza nè della regola del celibato nè dell’ordinazione sacerdotale necessaria per la carica episcopale.

Da quel momento in poi però, nelle cronache scompare la figura della moglie, che si chiamava Doda.

Dopo la morte dei re franchi d’ Austrasia e di Burgundia Arnolfo si trovò a capo della rivolta dell’aristocrazia e del clero dell’Austrasia. Svolse una viva e intensa attività pastorale.

Poi, nel 627 si ritiò nell’eremo di Remiremont, dove c’era San Romarico, il fondatore di quel monastero. Lì trascorse il resto della sua vita, in preghiera e contemplazione fino al sopraggiungere della morte avvenuta nel 641.

Pastore ma anche asceta: i due lati della vita di Sant’Arnolfo

Se in una prima parte della sua vita Arnolfo fu attivo nel mondo e nella Chiesa svolse il ruolo pastorale che gli era stato richiesto, nella seconda parte intraprende la vita eremitica per una completa realizzazione.

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Sant’Arnolfo di Metz – Facebook – riscossacristiana.it

Ha sentito il bisogno di cambiare rotta e ritirarsi nella solitudine dell’eremo per dedicarsi meglio a Dio. Con uno spirito ascetico profondamente inclino alla purificazione si narra, secondo un racconto leggendario, che chiedendo a Dio perdono per i propri peccati gli chiese un segno.

Pregò Dio, per avere un segno che i suoi peccati fossero stati davvero perdonati, di fargli ritrovare l’anello che avrebbe gettato nel fiume Mosella.

La leggenda racconta che lo ritrovò nella pancia di un pesce. Secondo le fonti storiche comunque, gli anni trascorsi in eremitaggio sono i più sereni della sua vita quelli in cui si sente più felice.

Il suo corpo riposerà dapprima in quel luogo per poi essere traslato e portato nella città di Metz che lo richiedeva a gran voce.

Un’altra leggenda ha fatto diventare Sant’Arnolfo il patrono dei birrai. Sembra che un giorno, dopo una processione il vescovo con i fedeli sostarono in una località di campagna per ritemprarsi.

Lì l’unica bevanda disponibile era la birra e con un solo boccale bevvero tutti i presenti. L’iconografia lo raffigura spesso, infatti, con un boccale di birra in mano.

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Sant’Arnolfo di Metz – Facebook – riscossacristiana.it

Tra i santi eremiti si ricorda anche la figura di San Romualdo, santo medievale con una storia ricca di miracoli, visioni mistiche e lotte contro il maligno.