Dibattito su una lettera inviata ad un noto giornale. Protagonista il lavoro e la realtà: sfide e disillusione nel mercato dell’impiego contemporaneo. La risposta del direttore
Crisi lavoro (foto da Instagram-riscossacristiana.it)
Il lavoro nobilita ed è dignità ma a volte è questione di darsi il “contentino” pur di portare lo stipendio a casa. Lo sottolinea una lettera indirizzata al direttore di un giornale, “Avvenire”, e rappresenta una risposta critica a un articolo scritto da Francesco Riccardi sulla questione del lavoro.
Il mittente della missiva esprime disaccordo con le argomentazioni del caporedattore del noto giornale riguardo all’idea che i lavoratori, grazie alle proprie competenze, abbiano il potere di scegliere le condizioni lavorative e influenzare il sistema economico.
Sempre chi scrive, sostiene che la visione idilliaca presentata dal bravissimo giornalista, non corrisponde alla realtà per la maggior parte dei lavoratori, incluso quelli qualificati. Afferma che l’opzione di cambiare lavoro incide sulla vita personale del lavoratore e non sul sistema economico in cui opera.
Dibattito sul lavoro, il potere di scelta degli impiegati: una prospettiva controversa.
Critica anche l’uso di Pietro Ichino, giurista e sindacalista, come riferimento, per spiegare il mercato del lavoro contemporaneo. Il mittente sottolinea che le scelte dei consumatori possono fare la differenza, ma quando si tratta di lavorare in ambienti precari o con lavori pesanti, la disperazione dei lavoratori deriva da un senso di impotenza.
Chiede un maggiore realismo e esperienza sul campo da parte dei redattori nel trattare il tema del lavoro, poiché dispensare speranze vane, può essere dannoso.
La risposta del valente Riccardi non si è fatta attendere e difende la sua posizione, asserendo che il tutto era incentrato sui lavoratori qualificati con competenze nelle materie STEM e non si applicava a tutti i dipendenti in generale. Sottolinea che su “Avvenire” vengono affrontati i temi sociali e del lavoro in modo approfondito.
Riccardi ritiene che i lavoratori qualificati abbiano maggiori possibilità di scelta e che il cambiamento delle imprese e del sistema sia possibile. Il sistema può essere riformato e il potere di scelta dei lavoratori può portare al miglioramento delle condizioni lavorative.
Chi ha la fortuna di operare nel lavoro da remoto, si è ingegnato in un impiego che non ha spezzato la catena del fine mese assicurato. Il direttore conclude sostenendo l’importanza di avallare modelli di economia civile e promuovere la partecipazione dei lavoratori.
