Oggi, 20 settembre, la Chiesa commemora i Santi Martiri Coreani, primi fondatori della comunità cristiana in Asia, perseguitati e sterminati per la fede.
Nel periodo che va tra la fine del Settecendo e l’inizio dell’Ottocento l’intellettuale coreano Ni-Tek-tso fece studi sul cristianesimo in Cina e si convertì.
Era il 1782 quando tornato in patria con la sua evangelizzazione dide vita alla prima comunità cristiana in quel luogo. Solo dieci anni dopo si contavano circa 4000 cristiani.
Non erano però tempi facili: già dal 1802 la fede cristiana veniva perseguitata in quanto considerata una “dottrina esecrabile e perversa” e in particolare ci furono ondate di feroci persecuzioni, soprattutto nel 1839 e nel 1866.
I cristiani venivano prima perseguitati, gli venivano tolti i loro beni materiali, poi erano imprigionati, picchiati e torturati terribilmente e infine uccisi.
Nonostante questo la loro fede si manteneva forte ed erano capaci di resistere alle torture e alla morte. Il primo sacerdote di quella comunità fu Andrea Kim Teogon.
Andrea Kim e i 103 martiri coreani che non rinnegarono Gesù
Il nome di Andrea Kim è ricordato tra i 103 compagni martiri che persero la vita pur di non rinnegare la loro fede. Andrea Kim fu arrestato per aver aiutato il vicario apostolico Ferreol e il missionario Nicola Daveluy ad introdursi clandestinamente nel Paese.
Quando fu scoperto fu arrestato e poi ucciso a Seoul. Si racconta che suo padre volle seguire il figlio in questa sorte e convertitosi con il suo esempio si dichiarò cristiano. Imprigionato, fu da lui battezzato in carcere e poi venne giustiziato.
Tra gli altri si ricorda in modo particolare anche Paolo Chong Hasang, un catechista che venne decapitato per essersi rifiutato di abiurare. Andò al martirio con l’amico Agostino Nyon, il quale aveva richiesto al Papa tramite una petizione l’invio di un vescovo dal momento che nella comunità mancava.
La persecuzione dei cristiani in Corea durò per oltre un secolo finché nel 1922 si raggiunse la pace religiosa.
Le torture erano orribili: chi riusciva fuggiva e viveva in clandestinità, ma i molti martiri dimostravano uno straordinario coraggio nell’affrontare la persecuzione e la morte. Solo la grazia dello Spirito Santo poteva infondergli una forza così grande.
Nella conversione di questi abitanti della Corea aveva avuto molta influenza il libro “La vera dottrina di Dio” del missionario gesuita Matteo Ricci e rappresentò una fonte che li condusse verso la fede.
I Santi Martiri Coreani sono stati canonizzati il 6 maggio 1984 da San Giovanni Paolo II. In tutto sono 103 tra cui 3 vescovi, 8 sacerdoti, 45 laici e 47 donne di varie categorie sociali. Successivamente, il 16 aogsto 2014 Papa Francesco ha beatificato altri 124 martiri.
Il Martirologio Romano ricorda teastualemente che questi Martiri “sottoposti al supplizio, consacrarono con il loro prezioso sangue gli inizi della Chiesa in Corea“.