Mistero della fede, il pane e il vino nell’Eucarestia oltre la materia sono vero corpo e sangue di Gesù Cristo che di lascia mangiare.
In termini teologici si chiama il mistero della transustanziazione. Avviene durante ogni celebrazione eucaristica quando l’azione del sacerdote consacra del semplice pane e del vino che diventano realmente Gesù Cristo vivo e presente, in corpo, sangue, anima e divinità.
È un mistero che la ragione umana non può afferrare pienamente se non alla luce della fede che rende una realtà inafferrabile misteriosamente comprensibile, con una certezza che non ha bisogno di dimostrazioni.
Ciò che all’apparenza, o meglio, nella materia fisica è pane e vino, diventano effettivamente Gesù che si lascia mangiare.
Quanto di più sconvolgente per la ragione umana e per la comprensione, ma quanto di più profondo per la vita spirituale, incontro, comunione.
Spiega questo ineffabile dogma della Chiesa, che coinvolge tutti i credenti, Padre Maurizio Botta, Prefetto dellìOratorio Secolare San Filippo Neri di Roma nella domenica del Corpus Domini.
Capovolgimento della religiosità universale
L’offerta umana che il sacerdote compie nel momendo della consacrazione, quando ripete le testuali parole pronunciate da Gesù nell’Ultima Cena, come riportate dai Vangeli: “Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi”.
E subito dopo aver preso il calice del vino e aver reso grazie con la preghiera di benedizione il Signore disse: “Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza. Versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me”.
Nel ripetere queste parole il sacerdote non compie un atto simbolico, né tantomeno in quel momento avviene una commemorazione. Non è la rievocazione di un evento, ma un fatto che si compie ogni volta, nella realtà concreta.
Lo Spirito Santo consacra l’offerta di quel pane e quel vino che diventa realmente il Corpo e il Sangue di Gesù.
“ Da questo Corpo Vivo nelle mani del sacerdote parte un fiume di fuoco che raggiunge tutti i battezzati inginocchiati, li unisce rendendoli Corpo di Cristo e li porta al Padre” afferma Padre Botta.
Il farsi mangiare da parte di Dio è “ l’assoluto capovolgimento della religiosità universale“. Dio che si rivela al mondo facendosi uomo e andando ad incontrarlo, scendendo nella sua miseria non si limita a questo.
Ma muore per ogni uomo prendendo su di sé i peccati del mondo. Questo sacrificio d’amore incommensurabile che vince la morte con la Resurrezione rimane nell’offerta di sé che lasciandosi mangiare unisce, stringe in una comunione profonda e vivificante.
“Dio si sacrifica per unirci a sé, per guarirci, per perdonarci e per renderci capaci di Amare“, e quest’unione è costante e indegnamente ci si accosta, perché come diceva il Santo Curato d’Ars “non son degno, ma ne ho bisogno”.