Parola di Dio sull’altare: cosa deve sapere un buon lettore

Per svolgere al meglio il ruolo di lettore della Parola di Dio bisogna sapere alcune cose utili per prestare bene il servizio.

Può essere un’attività improvvisata, ma meglio essere un buon lettore della Parola di Dio dall’ambone durante la messa.

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Lettore a messa – Adobestock – riscossacristiana.it

Si può pensare che non ci voglia poi molto, in fondo si tratta soltanto di leggere. Ma in realtà per svolgere bene il compito di lettore e prestare un buon servizio alla Chiesa e all’assemblea riunita nella messa, è bene non improvvisare ma riflettere su alcune cose. 

Per non rendere sciatta la liturgia e per arrivare nel migliore dei modi al cuore di chi ascolta, anche la scelta dei lettori dovrebbe essere ponderata.

Così come l’attitudine a ricoprire questo ruolo e un minimo di impegno che riguarda piccoli dettagli che però hanno una grande importanza.

Papa Francesco nel gennaio dello scorso anno quando ricorreva la “Domenica della Parola”  si è fermato a riflettere sulla figura del lettore che riceve un mandato. 

Destinato non solo ai sacerdoti ma anche ai laici, uomini e donne, fare il lettore è un ministero della Chiesa. Bisogna perciò non prendere sottogamba il servizio e svolgerlo con superficialità e trascuratezza, come si trattasse semplicemente di leggere un testo.

Gli elementi per essere un buon lettore

Per prima cosa bisogna saper leggere con espressività e un buon tono di voce. Non è necessario aver fatto un corso di dizione, ma avere un minimo di attitudine e leggere in modo chiaro e comprensibile, ma anche efficace, quindi rispettando la punteggiatura e adeguando il tono in base al testo.

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Leggere bene la Parola di Dio – Canva – riscossacristiana.it

È importante soprattutto far arrivare all’assemblea il senso di sacralità della Parola di Dio. Non deve essere uno spettacolo quindi non si tratta di recitare, ma al tempo stesso neanche di leggere in modo scialbo o asettico.

Sono poi importanti alcuni gesti che trasmettono appunto il senso del sacro. Uno di questi è l’inchino davanti alla mensa eucaristica prima di porsi sull’ambone a leggere.

L’inchino indica riverenza, è un piccolo segno di rispetto che trasmette lo stesso sentimento a chi lo osserva.

È consigliato, prima di inziare la lettura, di porsi in un atteggiamento interiore di raccoglimento che aiuterà a mettersi nella condizione ottimale per svolgere il servizio.

Si tratta di piccolissimi accorgimenti, poche cose a cui pensare, che però fanno la differenza e non solo per una liturgia esteticamente ben fatta, ma soprattutto perché non venga meno la sacralità che è ciò di più doveroso e ciò che più crea l’atmosfera giusta per la preghiera e l’adorazione.

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Lettore a messa – Adobestock – riscossacristiana.it

La messa infatti, a cui bisogna partecipare sempre in presenza, tranne casi di concreta impossibilità per malattia, richiede una concentrazione e un coinvolgimento che per essere profondo passa anche da questi piccoli dettagli.

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